Perche’ le donne negoziano meglio degli uomini? ?È inutile negarlo, il lieto fine è qualcosa che tutte abbiamo sempre desiderato.

La negoziazione per la donna. Perchè è importante?

Perche’ le donne negoziano meglio degli uomini? ?È inutile negarlo, il lieto fine è qualcosa che tutte abbiamo sempre desiderato.
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Perche’ le donne negoziano meglio degli uomini?

Perché è così importante sapere negoziare per una donna? 

Perché la vita di una donna e fatta di continue negoziazioni: dobbiamo chiedere la disponibilità all’ultimo momento alla baby sitter, dobbiamo decidere dove andare in vacanza, chiedere un aumento al capo, decidere l’ora di rientro dei nostri figli adolescenti, negoziare l’ora per andare a letto con i bambini, quando fare i compiti e così via.

Per saper negoziare bene nel mondo del lavoro dobbiamo allenarci ogni giorno e noi donne in questo siamo più avvantaggiate, perché ogni giorno ci alleniamo in famiglia.

La negoziazione vista in tutte le sue sfaccettature diventa una risorsa irrinunciabile.

Cominciamo con lo sfatare un luogo comune: negoziare non è un modo per vincere o per perdere. Una negoziazione fatta bene, prevede che tutte le parti coinvolte ne escano soddisfatte sui vari livelli e sopratutto che tale soddisfazione rimanga anche a lungo termine.

L’elemento chiave è creare un equilibrio tra le parti che ottengono un accordo anche se partiamo da posizioni differenti.

Andando nel pratico, proviamo a simulare che vogliamo chiedere l’aumento di stipendio. Come dobbiamo muoverci?

«La prima cosa da fare in ogni tipo di negoziazione in famiglia o sul lavoro è quella di conoscere bene chi sta dall’altra parte e il contesto in cui si muove. Analizzare, comprendere, per poi agire. Nel caso specifico dovrò quindi conoscere lo stato finanziario dell’azienda, le politiche con cui valorizza il team, e sapere come la pensa e come ragiona il capo.

La partenza è quindi una preparazione dettagliata.

Quando avviene l’incontro e avrò già tutti i dettagli che mi hanno permesso di conoscere bene la persona con cui intendo negoziare, è fondamentale a questo punto fare le giuste domande e poi mettersi in ascolto, con lo scopo di riconoscere quello che pensa, per cogliere le piccole sfumature che mi permetteranno di ricevere le informazioni che per noi sono preziosissime per arrivare all’accordo desiderato.

E in  questo le donne sono piuttosto brave, in quanto predisposte all’ascolto e inoltre favorite in quanto entrano più velocemente in empatia.

Un altro punto fondamentale è avere ben chiaro l’obiettivo da raggiungere e anche un possibile piano B e un’altro strumento fondamentale da avere a portata di mano, oltre a un piano ben preciso in testa è la flessibilità, che ci aiuta a riformulare velocemente gli obiettivi adattandoli alla situazione.

Diversamente rischiamo di reagire in modo istintivo a tutto ciò che ci coglie di sorpresa e questo può portarci a non sapere come muoverci, a rinunciare con il rischio di dover abbandonare il tavolo della trattativa. 

Cosa evitare durante il processo di negoziazione?

L’aggressività e l’agire di impulso perché questo porta a modificare l’equilibrio tra le parti interrompendo di conseguenza ogni tipo di comunicazione efficace.

Ma qui si entra già nel tema della gestione emozionale che affronteremo nel dettaglio in un’altra occasione.

Come porto a casa il risultato?

Per noi donne è più facile portare a casa un risultato, quando siamo realmente convinte che c’è lo meritiamo, dobbiamo crederci, essere motivate ma sopratutto avere ben chiaro perché mi merito un aumento, del tempo solo per te, un regalo, una promozione, una vacanza? Avere delle ragioni  misurabili ed obiettive ci rende più sicure.

In sostanza la parola chiave per noi donne è osare…ovvero andare oltre…oltre i limiti, oltre l’ordinario, oltre  le difficoltà, e avere coraggio.

Manuela Misino
Business & Life Coach

Essere mamma, una vera palestra

Essere mamma: una vera palestra. Carriera o famiglia?

Essere mamma, una vera palestra

Essere Mamma, una vera palestra…

Fare del tuo essere mamma una palestra dalla quale estrarre le competenze che fanno la differenza nelle moderne aziende è ciò che ti motiverà a fare la scelta migliore.

Noi donne cresciamo con l’idea che a un certo punto della nostra vita, dobbiamo fare una scelta: carriera o famiglia?

Per fortuna i dati statistici raccontano una storia con un lieto fine totalmente diverso.

Ci sono milioni di libri sulla leadership, corsi di sopravvivenza, corsi per camminare sui carboni ardenti, ma dal mio punto di vista il master più importante che ho fatto è la maternità.

Quando diventiamo mamme, inconsapevolmente acquisiamo delle competenze e delle risorse che ci rendono più forti, determinate e autonome.

Certo non tutte le mamme acquisiscono competenze manageriali nel crescere i figli, così come non si può essere perfetti leader naturali.

Queste competenze vengono allenate ogni giorno come una vera e propria palestra.

Quando vince la nostra squadra del cuore, non ci soffermiamo certo a pensare quante ore e giornate di allenamento ci sono dietro a quella partita vinta.

Fare la mamma e la manager è la stessa cosa, non pensiamo mai, neanche per un momento, a quanto giornalmente stiamo allenando le skill della leadership.

Essere mamma è l’esperienza più intensa che ci permette di prenderci cura di qualcuno senza pensare che ci sia un vincitore e un perdente perchè cambia l’obiettivo che diventa quello di far crescere e si è tutti vincitori.

Già nella preistoria le donne proteggevano i piccoli prendendosi cura di loro, creando alleanze per essere più forti e creavano dei punti sicuri nel territorio per difendersi dai pericoli.

Questo prendersi cura, sia in famiglia che nel lavoro, abbassa automaticamente i livelli di stress.

Quando diventi mamma, ti abitui a lavorare su quello che può succedere e a far fronte ai mutamenti improvvisi; nel lavoro funziona allo stesso modo, spesso non hai il tempo di fare ricerche approfondite sul mercato, ma ti devono bastare le informazioni che hai a disposizione. Devi essere flessibile e veloce per non mettere in crisi un rapporto o l’azienda.

Per diventare unamanager donna devi imparare a disimparare, non partire dalle competenze che credi di non avere, parti da quelle che utilizzi ogni giorno come mamma.

Ogni giorno negoziamo con figli e compagni, alleniamo la pazienza, l’ascolto e la capacità di intuire più di quanto non viene detto con i figli adolescenti.

La società attuale è dominata dalla velocità e la parola multitasking è spesso sbandierata con orgoglio, ma che ci distrae da quello che davvero vogliamo.

Nonostante facciamo un sacco di cose non siamo mai veramente presenti, distratte da quello che potrebbero pensare gli altri, gli impegni dei figli, le paure e le insicurezze di non poter gestire lavoro e famiglia genera a volte una scelta obbligata anche se non condivisa.

L’attenzione è dunque sempre più scarsa… ma è proprio l’attenzione verso noi stesse che crea una forma di connessione che ci mette in condizione di creare relazione, autenticità valorizzando il meglio di noi stesse e degli altri.

Fare del tuo essere mamma una palestra dalla quale estrarre le competenze che fanno la differenza nelle moderne aziende è ciò che ti motiverà a fare la scelta giusta.

Manuela Misino
Business & Life Coach

Leadership al femminile dipende da noi

Leadership al femminile: dipende tutto da noi

Leadership al femminile dipende da noi

Leadership al femminile: dipende tutto da noi.

Gli americani dicono “It’s all about women, it’s all about us!”

Leadership al femminile: come? Il mondo del lavoro ha subito cambiamenti enormi e la leadership è diventata una caratteristica imprescindibile del manager di oggi. Ma essere un leader donna in un contesto ancora molto maschile richiede la necessità di adottare un approccio diverso, perché le donne incontrano più ostacoli dei colleghi nel fare carriera, e non per questioni di capacità e talento ma per un perpetuarsi di stereotipi e pregiudizi che rendono le carriere femminili un percorso ad ostacoli.

Tutti noi – uomini e donne, senza differenze – dobbiamo comprendere e riconoscere in che modo gli stereotipi offuscano le nostre convinzioni e anziché ignorare le differenze, dobbiamo apprezzarle e integrarle: questa consapevolezza è fondamentale come spinta ad agire.

Apportare cambiamenti richiede tempo e passo dopo passo, istante dopo istante, giorno dopo giorno, la pratica e l’esercizio costante ci porteranno dove vogliamo “essere”.

Abbiamo cambiato la vita di qualcuno – di solito senza nemmeno rendercene conto.

“Leadership significa migliorare la condizione altrui grazie alla nostra presenza e accertandosi che i risultati siano duraturi, anche in nostra assenza.”

Alcune donne sono troppo rigide verso se stesse e cadono nel giudizio e nell’autocritica.

La nuova leadership al femminile richiede di saper gestire i propri talenti, riconoscere i propri punti di forza e individuare le proprie aree di miglioramento; potrai trovare capacità oppure convinzioni limitanti da trasformare in condizioni potenzianti.

La leadership femminile nella nostra cultura aziendale non è così valorizzata, ma i dati oltreoceano ci raccontano una storia diversa, dove molte aziende hanno ai vertici la figura della donna.

Uomini e donne sono veramente diversi? Sì, lo sono, e questa differenza se valorizzata e compresa può essere un elemento di crescita per le aziende.

La femminilità è un mix di talenti, non possiamo pensare di comportarci come gli uomini; anzi, dobbiamo imparare a valorizzare quelle caratteristiche che sono il nostro marchio di fabbrica: empatia, creatività e capacità di relazione.

Sappiamo che la caratteristica principale della donna è la dote del multitasking: riesce a gestire contemporaneamente lavoro, figli, ed esigenze degli altri; allo stesso tempo, abbiamo la tendenza a chiederci continuamente se siamo state all’altezza del compito o avremmo potuto fare di meglio, cercando il miglioramento continuo.

Io, personalmente, mi sono fatta in quattro per conciliare i momenti importanti dei miei quattro figli e la carriera manageriale, e le difficoltà non sono certo mancate. Proprio in questi momenti ho individuato le mie vere passioni e ho scoperto i miei talenti.

La forza delle donne è che pensano al futuro dei loro figli. Per questo il loro impegno sul lungo termine è garantito”.

Essere donne nel mondo del lavoro oggi è già un lavoro di per sé.

Ho iniziato a lavorare alla metà degli anni novanta, quando le aziende erano quasi totalmente in mano agli uomini, e le poche donne che c’erano raramente si trovavano in posizioni di responsabilità.                                    

Contro ogni previsione e sfidando chi diceva che, per politica aziendale, non cercava figure femminili, ho avuto una meravigliosa carriera durata diciassette anni, per poi seguire il mio sogno legato al mondo della formazione aziendale e della crescita personale.

Occorre l’idea giusta, ma anche un metodo per renderla efficace.

E’ essenziale quindi pensare in modo differente, anticipare il mercato. La creatività e la flessibilità, sono armi fondamentali per rispondere rapidamente ai cambiamenti e agli imprevisti che si presentano durante il percorso, per muoversi di conseguenza con determinazione, senza dimenticare una certa dose di umiltà.

L’apprezzamento di sé e l’autostima sono le cose più importanti che una donna può possedere, se non possediamo queste qualità allora dobbiamo svilupparle.

All’inizio della mia carriera di formatrice ho sentito la necessità di mettere in campo le mie competenze e fare un cambiamento, non inteso come rinunciare a qualcosa di me stessa, ma piuttosto come “evolvere”.

Quando vogliamo fare un salto di qualità, il consiglio che mi sento di dare è quello di affiancarsi a un mentore, e io sono partita proprio da qui.

La mia carriera nel mondo della formazione inizia da questo principio. Nel 2016 ho individuato in Bruno Vettore, stimato Manager ai vertici di aziende di primaria importanza ed esperto di comunicazione, la figura del mio mentore.

Questa figura aiuta a muovere i primi passi verso il cambiamento, a credere in se stessi e a “farci aprire gli occhi”.

Unendo i nostri “know how” abbiamo ideato una linea formativa che tocca le tematiche femminili a 360°, dalla comunicazione alla leadership al femminile, sia a livello professionale che personale.

 “Excellence For Womanè pensato sia per le donne che hanno appena intrapreso un lavoro che per quelle che si sono fermate per svariati motivi e desiderano rimettersi in gioco, ma viene pensato anche per gli uomini che vogliono scoprire il mondo misterioso della donna.

“Il femminile non è meglio del maschile e il maschile non è meglio del femminile. Siamo diversi e complementari, entrambi abbiamo bisogno di imparare qualcosa del nostro genere e dell’altro, di aggiustare e di modellare”.

Il nostro sarà il secolo del sorpasso”, come afferma Aldo Cazzullo nel libro ricordandoci quanto fosse difficile la condizione femminile nel passato, ci induce ad apprezzare meglio il nostro presente e il futuro sarà l’epoca in cui le donne avranno sempre più posizioni di responsabilità. Noi partiamo dal presupposto che sia necessario definire prima di tutto cosa rende una donna di successo e felice.

Deve essere chiaro che non tutte le donne desiderano fare carriera o avere figli, mentre altre aspirano ad entrambe le cose.

Insegniamo “emozioni” e certifichiamo “passioni”…

L’intelligenza emotiva ormai è sempre più importante e questo vale in particolare per i manager.

Nel nostro progetto formativo partiamo dalla gestione emozionale, che ha a che fare con la motivazione e la buona gestione dei collaboratori. Dal punto di vista potenziale non ci sono differenze fra uomini e donne, però di fatto l’intelligenza emotiva aiuta le donne a superare l’ansia di voler «dimostrare di sapere tutto», per essere considerate «all’altezza di ogni situazione», a favore di quello che invece è definito «ascolto attivo», in cui si lascia spazio alla controparte e si interviene con domande che stimolano la comunicazione.

In un’epoca così veloce non potevamo immaginare che la flessibilità necessaria a far fronte alle responsabilità di moglie e mamma nel mondo del lavoro non si allineasse alle esigenze contemporanee.

Nonostante le donne avanzino nel mondo del lavoro, le stesse tendono ad imitare l’unico modello di leadership riconosciuto, ovvero quello maschile.

La vera sfida è rendere al meglio nella professione «in quanto donna»,  e sfruttare le nostre caratteristiche più profonde e femminili. Questo non significa essere mamme nei confronti dei colleghi o dei collaboratori, bensì essere morbide e ferme nel contempo.

Gli stereotipi di genere ci hanno trasferito un modello femminile che si concentra sulle aspettative di altri fino a vivere, in alcuni casi, le aspirazioni professionali e le ambizioni personali che altri hanno voluto per noi.

Sul piano professionale, le donne sono ambiziose quanto gli uomini, eppure, se andiamo a leggere, i dati indicano chiaramente che, in tutti i campi, il numero di uomini che aspira alle posizioni di leader è molto più elevato; in realtà le donne non sono meno ambiziose degli uomini, ma aspirano a obiettivi diversi.

Maschi e femmine sono trattati in modo diverso fin dalla nascita, etichettando le donne come più affettuose e gli uomini come più assertivi; mentre i maschi vengono incoraggiati a prendere il comando e a esprimere le loro opinioni, alle bambine viene insegnato ad avere un comportamento appropriato da “brava bambina”, utilizzando il silenzio.

Gli stereotipi di genere che vengono insegnati durante l’infanzia si rafforzano durante la nostra crescita, fino a diventare profezie autoavveranti.

Dal punto di vista culturale, le donne hanno sempre creduto di dover mettere i bisogni degli altri davanti ai propri per essere “brave”: quello che vogliamo trasmettere con “Excellence for Woman” è dare valore a te stessa e alle tue capacità, così come ci hanno insegnato ad apprezzare quelle degli altri.

La donna in carriera deve spesso fare i conti con i sensi di colpa: difficilmente lo stereotipo della donna che lavora è attraente, talmente assorbita dalla carriera da non poter avere una vita privata.

Prima di tutto dobbiamo apportare dei cambiamenti a livello mentale e poi la vita ci sorprenderà di conseguenza. Viviamo spesso in base al nostro passato, ma quando cambiamo il modo di pensare possiamo scoprire un nuovo domani.

Tutti noi abbiamo un’inclinazione e siamo particolarmente portati per quel qualcosa, allora cosa ne abbiamo fatto e dov’è finito adesso?

La passione è la ragione per cui ti alzi volentieri al mattino, è ciò che ti spinge
e ti motiva ad agire. Motivazione e passione si auto-alimentano e ci aiutano a sviluppare il talento.

Se si chiede a un uomo di spiegare il proprio successo, certamente lui ne attribuirà il merito alle proprie doti e capacità innate. Ponendo la stessa domanda a una donna, lei attribuirà il proprio successo a fattori esterni, «essere stata fortunata» oppure «essere stata aiutata da altri». Nelle situazioni in cui un uomo e una donna ottengono entrambi un insuccesso, l’autostima della donna cala in modo assai superiore. L’interiorizzazione del fallimento e l’insicurezza che comporta, influiscono negativamente sul rendimento futuro, avendo pesanti ripercussioni a lungo termine.

Non sono soltanto le donne a essere dure con se stesse, anche i colleghi e i media sono pronti ad attribuire i successi femminili a fattori esterni.

Se desideriamo un mondo con maggiore uguaglianza, dobbiamo riconoscere la minore probabilità che le donne tengano la mano alzata. Servono dei modelli che notino e correggano questo comportamento, sviluppando il talento al femminile. A loro volta le donne devono imparare a tenere le mani alzate perché, quando le abbassano, anche i manager con le migliori intenzioni potrebbero non accorgersene.

Ritengo che tutti noi, uomini e donne allo stesso modo, dovremmo riconoscere che nessuno fa nulla da solo e che per continuare a crescere e a evolvere, dobbiamo credere nelle nostre capacità.

Decenni di ricerche nelle scienze sociali confermano che valutiamo le persone sulla base di stereotipi (fra cui genere, razza, nazionalità ed età).

Gli stereotipi sugli uomini li propongono come attivi, decisi e determinati; quelli sulle donne le descrivono come sensibili, inclini a occuparsi degli altri e alla condivisione.

Viceversa, se una donna esercita pressioni affinché un lavoro venga portato a termine, se è molto competente, se è concentrata sui risultati anziché sul compiacere gli altri, allora si sta comportando come un uomo, e per tutelarci dalle critiche, mettiamo in dubbio le nostre capacità e sminuiamo i nostri risultati, soprattutto in pubblico. Ci mortifichiamo prima che siano gli altri a farlo.

Quando vuoi cambiare le cose, non puoi compiacere tutti. Se lo fai, significa che non stai progredendo abbastanza.

Gli uomini si concentrano su come gestire gli affari e le donne su come gestire la carriera. Gli uomini vogliono risposte, le donne consenso e aiuto.

La condivisione delle emozioni riesce a costruire relazioni più profonde, anche perché siamo motivati da ciò che ci sta veramente a cuore.

Per preoccuparci realmente degli altri dobbiamo comprenderli, capire cosa preferiscono, cosa provano, ma anche cosa pensano. L’emozione stimola donne e uomini, e influenza ogni nostra decisione. Riconoscere che le emozioni hanno un ruolo, ed essere disponibili a discuterle, ci rende manager, partner e colleghi migliori.

Fatto è meglio che perfetto“. Ho cercato di far mio questo motto e di lasciar perdere il perfezionismo, dando spazio all’azione e allontanando gli standard irraggiungibili. In alcuni casi sarà tutto più complicato, ma partendo da qui si potrà effettuare quello “switch” che finora ha portato solo alla frustrazione.

Raggiungere il successo ed entrare nella stanza dei bottoni significa aver superato molte sfide, e per migliorare le caratteristiche sul lavoro è necessario accettare di cambiare, avendo ben chiaro l’obiettivo.

Il nostro progetto al femminile vuole essere uno stimolo a trovare la giusta motivazione, per crearsi un modello personale e unico di leadership sulla base dei nostri valori e della nostra identità, con l’obiettivo di dare alle donne qualcosa che gli uomini tendono a ricevere automaticamente: il beneficio del dubbio.

Il “potere delle persone” è superiore alle “persone di potere”.

Leggi il mio articolo pubblicato sulla Rivista Immobili&Co (pagina 5).

Manuela Misino
Business & Life Coach