Come costruire un obiettivo

Come costruire un obiettivo

GRANDE OBIETTIVO O PICCOLA ABITUDINE?

Impegnarsi per raggiungere grandi obiettivi è un’idea meno buona di quanto comunemente si crede. 

Semplicemente, non funziona. 

Quando ci viene presentato un problema che richiede un cambiamento di comportamento, ci avventiamo su con grandi obiettivi, per poi ritrovarci al punto di partenza.

Per raggiungere grandi risultati, comincia da piccole abitudini.

Cos’è, un’abitudine? E come funziona?


Un’abitudine, è un comportamento o un processo di pensiero che, dopo averlo ripetuto molte volte, è diventato automatico e che replichiamo in modo inconsapevole.

In sostanza, le abitudini sono routine o abilità consolidate.

Quando falliamo è perché pretendiamo di fare un cambiamento in modo troppo improvviso, e radicale. 

Molto meglio cominciare con microabitudini: piccole cose facili da fare, che possono essere parte di un obiettivo più grande.

Come iniziare?

1-Identifica un compito molto piccolo che richiede uno sforzo minimo, che puoi svolgere in un tempo molto limitato.

Se vuoi iniziare a leggere con costanza, inizia leggendo un paragrafo al giorno.

2- Inserisci quel compito in una routine già consolidata. Leggi quel paragrafo, appena entri nel lettone.

3- Tieni conto di tutte le volte che completi il tuo compito. 

“Ciò che viene misurato, viene fatto”. Metti una spunta su leggere un paragrafo al giorno.

4-Non aver fretta di intensificare il tuo sforzo, ma accrescilo lentamente. Puoi aggiungere qualcosina solo quando da almeno 15 giorni ti stai annoiando di fare quel poco che fai.

5- Coinvolgi una o più persone amiche in questa sfida delle microabitudini.

Tutto ciò, ovviamente, non significa che non vale la pena di darsi obiettivi, al livello individuale o collettivo.

Gli obiettivi ci aiutano a capire qual è la direzione giusta verso cui muoverci. 

Ma sono le abitudini che aiutano ad arrivarci davvero, passo dopo passo.

Manuela Misino
Business & Life Coach

Donne, Cambiare si puo’, chi può dare una svolta alla tua vita?

Donne e cambiamento. Dare una svolta alla vostra vita

Donne, Cambiare si puo’, chi può dare una svolta alla tua vita?
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Donne: cambiare si puo’, chi può dare una svolta alla tua vita?

Ognuno di noi vive un periodo di crisi come un fatto negativo o qualcosa da evitare a tutti i costi, per poi accorgerci dopo molto tempo che proprio grazie a quel periodo abbiamo avuto una possibilità di crescita.

Prova a pensare, in questo periodo, in Italia,  E nel resto del mondo ci sono molte persone in crisi.

Esiste un malessere diffuso, una sorta di contagio emozionale reciproco, e la situazione non facilita certo un atteggiamento positivo.

Auguro a me e a ciascuno di voi, che, alla fine, scaturisca qualcosa di nuovo che si traduca nella giusta opportunità.

La crisi è reale, ma c’è anche una crisi di motivazione, e una crisi di idee che tutti tendiamo a nascondere.

Eppure molte persone e molte aziende solo davanti a situazioni estreme riescono ad estrarre le loro migliori risorse.

Ognuno di noi tende ad adagiarsi, nella propria comfort zone, e se da un lato può essere piacevole, dall’altro la crisi ci obbliga a risvegliarci e a prendere la decisione di cambiare.

Il distacco dagli eventi è fondamentale se vogliamo osservare le nostre emozioni e trovare una soluzione in modo razionale.

Così come le stagioni anche noi come essere umani siamo ciclici e quindi torneremo ad essere sempre felici, lo stesso vale per i periodi negativi.

A volte, una persona, realizza qualcosa, e, in realtà, scopre che è l’ultima cosa che avrebbe voluto!

La domanda che dobbiamo porci è cosa vogliamo, ma tutti sappiamo esprimere meglio cosa non vogliamo più.

Prova ad immaginarti tra 5 anni, se avessi una bacchetta magica: cosa cambieresti per realizzare i tuoi obiettivi?

Immagina una tua foto, dove ci sei tu felicissima, e prova a scrivere dove sei e cosa stai facendo.

La domanda successiva è: “Quale piccolo passo posso fare per andare in quella direzione?”

Quando abbiamo un problema la mente va in modo automatico sul negativo. Tende a richiamare tutti i momenti infelici della nostra vita.

Per provare a spostarci sul canale possibilità e opportunità , dobbiamo unire l’impegno con il lasciare andare. Bisogna seguire una strategia, e allenare il problem solving. Prendendo atto del problema, e chiedendosi cosa posso fare a breve, a medio e a lungo termine. Utilizzando la scrittura svuotiamo la mente e l’immaginazione, ci aiuta a trovare nuove soluzioni, e la giusta strategia.

È importante imparare ad avere cura di noi stessi. È una nostra responsabilità, non dobbiamo aspettarci che sia qualcun altro a farlo. 

Cambiare si può…Tutto attorno a noi cambia, cresce e si trasforma il cambiamento è naturale; come lo viviamo il cambiamento? Questo dipende solo da noi…Possiamo viverlo come un qualcosa di negativo, oppure possiamo viverlo come se ogni volta potessimo nascere ancora una volta…

Manuela Misino
Business & Life Coach

Mercato immobiliare: cambiamento ed evoluzione

Mercato immobiliare: cambiamento ed evoluzione

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Mercato immobiliare come è cambiato ed evoluto?

Pratica quotidiana di un agente immobiliare, vuol dire “fare per imparare ed imparare durante il fare”

È accertato che lo scenario del mercato immobiliare è molto cambiato ed evoluto. Forse i cambiamenti più importanti sono collegati allevoluzione di internet e della comunicazione elettronica. Sebbene sia cambiato il contesto, i principi di comunicazione però non sono cambiati. Anzi, la comunicazione interpersonale sembra non essere “colpita” dagli stessi cicli vitali che hanno i prodotti tecnologici; cicli che stanno diventando sempre più brevi e veloci e avvertono tutte le aziende, di mettere in moto nuovi principi e nuove metodologie.

Questo tradotto nella pratica quotidiana di un agente immobiliare, vuol dire: “fare per imparare ed imparare durante il fare.”

Fermarsi e osservare è l’anticamera di ogni cambiamento e di ogni evoluzione e non c’è concetto più adatto per l’attività di un agente immobiliare nell’epoca attuale.

Certo, cambiare non è assolutamente semplice, abbiamo sempre delle forze interne che ci bloccano e cercano di mantenerci all’interno di routine che svolgiamo quotidianamente, però i tempi stanno cambiando, il mercato immobiliare sta evolvendo e se vogliamo continuare a operare in questo settore è necessario che noi ci predisponiamo a uno switch.

Abbiamo cambiato in meglio la vita di qualcuno – di solito senza nemmeno rendercene conto.

Gli americani dicono «Its all about woman, its all about us!».  Dipende tutto da noi.

La leadership al femminile nella nostra cultura aziendale non è così valorizzata, ma i dati oltreoceano nel settore del real estate ci raccontano una storia diversa, dove molte aziende hanno ai vertici la figura della donna.

Sappiamo che la caratteristica principale della donna è la dote del multitasking: riesce a gestire contemporaneamente lavoro, figli, ed esigenze degli altri; allo stesso tempo, abbiamo la tendenza a chiederci continuamente se siamo state all’altezza del compito o avremmo potuto fare di meglio, cercando il miglioramento continuo.

Io, personalmente, mi sono fatta in quattro per conciliare i momenti importanti dei miei quattro figli e la carriera manageriale, e le difficoltà non sono certo mancate. Proprio in questi momenti ho individuato le mie vere passioni e ho scoperto i miei talenti.

Essere donne nel mondo del lavoro oggi è già un lavoro di per sé.”

Ho iniziato a lavorare alla metà degli anni novanta, quando le aziende erano quasi totalmente in mano agli uomini, e le poche donne che c’erano raramente si trovavano in posizioni di responsabilità.

Contro ogni previsione e sfidando chi diceva che, per politica aziendale, non cercava figure femminili, ho avuto una meravigliosa carriera durata diciassette anni, per poi seguire il mio sogno legato al mondo della formazione aziendale e della crescita personale.

Occorre l’idea giusta, ma anche un metodo per renderla efficace.

Essenziale quindi pensare in modo differente, anticipare il mercato. La creatività e la flessibilità, sono armi fondamentali per rispondere rapidamente ai cambiamenti e agli imprevisti che si presentano durante il percorso, per muoversi di conseguenza con determinazione, senza dimenticare una certa dose di umiltà.

Lapprezzamento di sé e lautostima sono le cose più importanti che dobbiamo possedere, se non possediamo queste qualità allora dobbiamo svilupparle.”

All’inizio della mia carriera di formatrice ho sentito la necessità di mettere in campo le mie competenze e fare un cambiamento, non inteso come rinunciare a qualcosa di me stessa, ma piuttosto come “evolvere”.

Quando vogliamo fare un salto di qualità, il consiglio che mi sento di dare è quello di affiancarsi a un mentore, e io sono partita proprio da qui.

Questa figura aiuta a muovere i primi passi verso il cambiamento, a credere in se stessi e a “farci aprire gli occhi”.

A Sabina Gatto, CEO del gruppo Sit Immobiliare di Lugano, tutto questo è molto chiaro.

Sabina non formula teorie astratte di management ma contribuisce a costruire un ambiente dove la pratica esperita serve a trasformare l’azione in conoscenza, per costruire un modello di business che può essere comunicato e usato dal team.

Valorizzare il sapere che arriva dal nostro lavoro senza contrapporlo con il nostro essere delinea un modo di essere manager, senza ridurre il management a una formula.

Insieme abbiamo creato un progetto per una linea formativa nel settore del Real Estate che tocca tematiche, dalla comunicazione alla leadership, al ciclo produttivo.

Il nostro sarà il secolo del sorpasso”.

Sarà l’epoca in cui ogni agente immobiliare avrà sempre più posizioni di responsabilità e noi partiamo dal presupposto che sia necessario definire prima di tutto cosa ci rende una persona di successo e felice e cosa ci induce ad apprezzare meglio il nostro presente e il futuro.

Nel nostro progetto formativo partiamo dalla gestione emozionale, che ha a che fare con la motivazione e la buona gestione dei collaboratori. Dal punto di vista potenziale l’intelligenza emotiva aiuta il professionista del settore a superare l’ansia di voler «dimostrare di sapere tutto», per essere considerato «all’altezza di ogni situazione», a favore di quello che invece è definito «ascolto attivo», in cui si lascia spazio alla controparte e si interviene con domande che stimolano la comunicazione.

La vera sfida è rendere al meglio nella professione, e sfruttare le nostre caratteristiche più profonde, ma prima di tutto dobbiamo apportare dei cambiamenti a livello mentale e poi la vita ci sorprenderà di conseguenza.

Viviamo spesso in base al nostro passato, ma quando cambiamo il modo di pensare possiamo scoprire un nuovo domani.

La passione è la ragione per cui ti alzi volentieri al mattino, è ciò che ti spinge e ti motiva ad agire. Motivazione e passione si auto-alimentano e ci aiutano a sviluppare il talento.

Per preoccuparci realmente degli altri dobbiamo comprenderli, capire cosa preferiscono, cosa provano, ma anche cosa pensano.

La casa rispecchia la persona, e per capirla al meglio è indispensabile, seguire i pensieri e i sogni dei nostri clienti, con determinazione e creatività,

La svolta di ogni business non sta tanto nell’idea geniale, quanto nel dare un valore  a qualcosa che già esiste, interpretandolo in forma diversa.

La passione stimola donne e uomini, e influenza ogni nostra decisione. Riconoscere che le emozioni hanno un ruolo, ed essere disponibili a discuterle, ci rende manager, partner e colleghi migliori.

«Fatto è meglio che perfetto». Ho cercato di far mio questo motto e di lasciar perdere il perfezionismo, dando spazio all’azione e allontanando gli standard irraggiungibili. In alcuni casi sarà tutto più complicato, ma partendo da qui si potrà effettuare quello “switch” che finora ha portato solo alla frustrazione.

Raggiungere il successo, significa aver superato molte sfide, e per migliorare le caratteristiche sul lavoro è necessario accettare di cambiare, avendo ben chiaro lobiettivo.

 

Foto di gruppo di Manuela Misino con team Sit

Il progetto formativo con il gruppo Sit vuole essere uno stimolo per il team a trovare la giusta motivazione, per crearsi un modello personale e unico di leadership sulla base dei propri valori e della propria identità. Leggi l’articolo pubblicato su Sit 

Il “potere delle persone” è superiore alle persone di potere”.

Manuela Misino
Business & Life Coach

Leadership al femminile dipende da noi

Leadership al femminile: dipende tutto da noi

Leadership al femminile dipende da noi

Leadership al femminile: dipende tutto da noi.

Gli americani dicono “It’s all about women, it’s all about us!”

Leadership al femminile: come? Il mondo del lavoro ha subito cambiamenti enormi e la leadership è diventata una caratteristica imprescindibile del manager di oggi. Ma essere un leader donna in un contesto ancora molto maschile richiede la necessità di adottare un approccio diverso, perché le donne incontrano più ostacoli dei colleghi nel fare carriera, e non per questioni di capacità e talento ma per un perpetuarsi di stereotipi e pregiudizi che rendono le carriere femminili un percorso ad ostacoli.

Tutti noi – uomini e donne, senza differenze – dobbiamo comprendere e riconoscere in che modo gli stereotipi offuscano le nostre convinzioni e anziché ignorare le differenze, dobbiamo apprezzarle e integrarle: questa consapevolezza è fondamentale come spinta ad agire.

Apportare cambiamenti richiede tempo e passo dopo passo, istante dopo istante, giorno dopo giorno, la pratica e l’esercizio costante ci porteranno dove vogliamo “essere”.

Abbiamo cambiato la vita di qualcuno – di solito senza nemmeno rendercene conto.

“Leadership significa migliorare la condizione altrui grazie alla nostra presenza e accertandosi che i risultati siano duraturi, anche in nostra assenza.”

Alcune donne sono troppo rigide verso se stesse e cadono nel giudizio e nell’autocritica.

La nuova leadership al femminile richiede di saper gestire i propri talenti, riconoscere i propri punti di forza e individuare le proprie aree di miglioramento; potrai trovare capacità oppure convinzioni limitanti da trasformare in condizioni potenzianti.

La leadership femminile nella nostra cultura aziendale non è così valorizzata, ma i dati oltreoceano ci raccontano una storia diversa, dove molte aziende hanno ai vertici la figura della donna.

Uomini e donne sono veramente diversi? Sì, lo sono, e questa differenza se valorizzata e compresa può essere un elemento di crescita per le aziende.

La femminilità è un mix di talenti, non possiamo pensare di comportarci come gli uomini; anzi, dobbiamo imparare a valorizzare quelle caratteristiche che sono il nostro marchio di fabbrica: empatia, creatività e capacità di relazione.

Sappiamo che la caratteristica principale della donna è la dote del multitasking: riesce a gestire contemporaneamente lavoro, figli, ed esigenze degli altri; allo stesso tempo, abbiamo la tendenza a chiederci continuamente se siamo state all’altezza del compito o avremmo potuto fare di meglio, cercando il miglioramento continuo.

Io, personalmente, mi sono fatta in quattro per conciliare i momenti importanti dei miei quattro figli e la carriera manageriale, e le difficoltà non sono certo mancate. Proprio in questi momenti ho individuato le mie vere passioni e ho scoperto i miei talenti.

La forza delle donne è che pensano al futuro dei loro figli. Per questo il loro impegno sul lungo termine è garantito”.

Essere donne nel mondo del lavoro oggi è già un lavoro di per sé.

Ho iniziato a lavorare alla metà degli anni novanta, quando le aziende erano quasi totalmente in mano agli uomini, e le poche donne che c’erano raramente si trovavano in posizioni di responsabilità.                                    

Contro ogni previsione e sfidando chi diceva che, per politica aziendale, non cercava figure femminili, ho avuto una meravigliosa carriera durata diciassette anni, per poi seguire il mio sogno legato al mondo della formazione aziendale e della crescita personale.

Occorre l’idea giusta, ma anche un metodo per renderla efficace.

E’ essenziale quindi pensare in modo differente, anticipare il mercato. La creatività e la flessibilità, sono armi fondamentali per rispondere rapidamente ai cambiamenti e agli imprevisti che si presentano durante il percorso, per muoversi di conseguenza con determinazione, senza dimenticare una certa dose di umiltà.

L’apprezzamento di sé e l’autostima sono le cose più importanti che una donna può possedere, se non possediamo queste qualità allora dobbiamo svilupparle.

All’inizio della mia carriera di formatrice ho sentito la necessità di mettere in campo le mie competenze e fare un cambiamento, non inteso come rinunciare a qualcosa di me stessa, ma piuttosto come “evolvere”.

Quando vogliamo fare un salto di qualità, il consiglio che mi sento di dare è quello di affiancarsi a un mentore, e io sono partita proprio da qui.

La mia carriera nel mondo della formazione inizia da questo principio. Nel 2016 ho individuato in Bruno Vettore, stimato Manager ai vertici di aziende di primaria importanza ed esperto di comunicazione, la figura del mio mentore.

Questa figura aiuta a muovere i primi passi verso il cambiamento, a credere in se stessi e a “farci aprire gli occhi”.

Unendo i nostri “know how” abbiamo ideato una linea formativa che tocca le tematiche femminili a 360°, dalla comunicazione alla leadership al femminile, sia a livello professionale che personale.

 “Excellence For Womanè pensato sia per le donne che hanno appena intrapreso un lavoro che per quelle che si sono fermate per svariati motivi e desiderano rimettersi in gioco, ma viene pensato anche per gli uomini che vogliono scoprire il mondo misterioso della donna.

“Il femminile non è meglio del maschile e il maschile non è meglio del femminile. Siamo diversi e complementari, entrambi abbiamo bisogno di imparare qualcosa del nostro genere e dell’altro, di aggiustare e di modellare”.

Il nostro sarà il secolo del sorpasso”, come afferma Aldo Cazzullo nel libro ricordandoci quanto fosse difficile la condizione femminile nel passato, ci induce ad apprezzare meglio il nostro presente e il futuro sarà l’epoca in cui le donne avranno sempre più posizioni di responsabilità. Noi partiamo dal presupposto che sia necessario definire prima di tutto cosa rende una donna di successo e felice.

Deve essere chiaro che non tutte le donne desiderano fare carriera o avere figli, mentre altre aspirano ad entrambe le cose.

Insegniamo “emozioni” e certifichiamo “passioni”…

L’intelligenza emotiva ormai è sempre più importante e questo vale in particolare per i manager.

Nel nostro progetto formativo partiamo dalla gestione emozionale, che ha a che fare con la motivazione e la buona gestione dei collaboratori. Dal punto di vista potenziale non ci sono differenze fra uomini e donne, però di fatto l’intelligenza emotiva aiuta le donne a superare l’ansia di voler «dimostrare di sapere tutto», per essere considerate «all’altezza di ogni situazione», a favore di quello che invece è definito «ascolto attivo», in cui si lascia spazio alla controparte e si interviene con domande che stimolano la comunicazione.

In un’epoca così veloce non potevamo immaginare che la flessibilità necessaria a far fronte alle responsabilità di moglie e mamma nel mondo del lavoro non si allineasse alle esigenze contemporanee.

Nonostante le donne avanzino nel mondo del lavoro, le stesse tendono ad imitare l’unico modello di leadership riconosciuto, ovvero quello maschile.

La vera sfida è rendere al meglio nella professione «in quanto donna»,  e sfruttare le nostre caratteristiche più profonde e femminili. Questo non significa essere mamme nei confronti dei colleghi o dei collaboratori, bensì essere morbide e ferme nel contempo.

Gli stereotipi di genere ci hanno trasferito un modello femminile che si concentra sulle aspettative di altri fino a vivere, in alcuni casi, le aspirazioni professionali e le ambizioni personali che altri hanno voluto per noi.

Sul piano professionale, le donne sono ambiziose quanto gli uomini, eppure, se andiamo a leggere, i dati indicano chiaramente che, in tutti i campi, il numero di uomini che aspira alle posizioni di leader è molto più elevato; in realtà le donne non sono meno ambiziose degli uomini, ma aspirano a obiettivi diversi.

Maschi e femmine sono trattati in modo diverso fin dalla nascita, etichettando le donne come più affettuose e gli uomini come più assertivi; mentre i maschi vengono incoraggiati a prendere il comando e a esprimere le loro opinioni, alle bambine viene insegnato ad avere un comportamento appropriato da “brava bambina”, utilizzando il silenzio.

Gli stereotipi di genere che vengono insegnati durante l’infanzia si rafforzano durante la nostra crescita, fino a diventare profezie autoavveranti.

Dal punto di vista culturale, le donne hanno sempre creduto di dover mettere i bisogni degli altri davanti ai propri per essere “brave”: quello che vogliamo trasmettere con “Excellence for Woman” è dare valore a te stessa e alle tue capacità, così come ci hanno insegnato ad apprezzare quelle degli altri.

La donna in carriera deve spesso fare i conti con i sensi di colpa: difficilmente lo stereotipo della donna che lavora è attraente, talmente assorbita dalla carriera da non poter avere una vita privata.

Prima di tutto dobbiamo apportare dei cambiamenti a livello mentale e poi la vita ci sorprenderà di conseguenza. Viviamo spesso in base al nostro passato, ma quando cambiamo il modo di pensare possiamo scoprire un nuovo domani.

Tutti noi abbiamo un’inclinazione e siamo particolarmente portati per quel qualcosa, allora cosa ne abbiamo fatto e dov’è finito adesso?

La passione è la ragione per cui ti alzi volentieri al mattino, è ciò che ti spinge
e ti motiva ad agire. Motivazione e passione si auto-alimentano e ci aiutano a sviluppare il talento.

Se si chiede a un uomo di spiegare il proprio successo, certamente lui ne attribuirà il merito alle proprie doti e capacità innate. Ponendo la stessa domanda a una donna, lei attribuirà il proprio successo a fattori esterni, «essere stata fortunata» oppure «essere stata aiutata da altri». Nelle situazioni in cui un uomo e una donna ottengono entrambi un insuccesso, l’autostima della donna cala in modo assai superiore. L’interiorizzazione del fallimento e l’insicurezza che comporta, influiscono negativamente sul rendimento futuro, avendo pesanti ripercussioni a lungo termine.

Non sono soltanto le donne a essere dure con se stesse, anche i colleghi e i media sono pronti ad attribuire i successi femminili a fattori esterni.

Se desideriamo un mondo con maggiore uguaglianza, dobbiamo riconoscere la minore probabilità che le donne tengano la mano alzata. Servono dei modelli che notino e correggano questo comportamento, sviluppando il talento al femminile. A loro volta le donne devono imparare a tenere le mani alzate perché, quando le abbassano, anche i manager con le migliori intenzioni potrebbero non accorgersene.

Ritengo che tutti noi, uomini e donne allo stesso modo, dovremmo riconoscere che nessuno fa nulla da solo e che per continuare a crescere e a evolvere, dobbiamo credere nelle nostre capacità.

Decenni di ricerche nelle scienze sociali confermano che valutiamo le persone sulla base di stereotipi (fra cui genere, razza, nazionalità ed età).

Gli stereotipi sugli uomini li propongono come attivi, decisi e determinati; quelli sulle donne le descrivono come sensibili, inclini a occuparsi degli altri e alla condivisione.

Viceversa, se una donna esercita pressioni affinché un lavoro venga portato a termine, se è molto competente, se è concentrata sui risultati anziché sul compiacere gli altri, allora si sta comportando come un uomo, e per tutelarci dalle critiche, mettiamo in dubbio le nostre capacità e sminuiamo i nostri risultati, soprattutto in pubblico. Ci mortifichiamo prima che siano gli altri a farlo.

Quando vuoi cambiare le cose, non puoi compiacere tutti. Se lo fai, significa che non stai progredendo abbastanza.

Gli uomini si concentrano su come gestire gli affari e le donne su come gestire la carriera. Gli uomini vogliono risposte, le donne consenso e aiuto.

La condivisione delle emozioni riesce a costruire relazioni più profonde, anche perché siamo motivati da ciò che ci sta veramente a cuore.

Per preoccuparci realmente degli altri dobbiamo comprenderli, capire cosa preferiscono, cosa provano, ma anche cosa pensano. L’emozione stimola donne e uomini, e influenza ogni nostra decisione. Riconoscere che le emozioni hanno un ruolo, ed essere disponibili a discuterle, ci rende manager, partner e colleghi migliori.

Fatto è meglio che perfetto“. Ho cercato di far mio questo motto e di lasciar perdere il perfezionismo, dando spazio all’azione e allontanando gli standard irraggiungibili. In alcuni casi sarà tutto più complicato, ma partendo da qui si potrà effettuare quello “switch” che finora ha portato solo alla frustrazione.

Raggiungere il successo ed entrare nella stanza dei bottoni significa aver superato molte sfide, e per migliorare le caratteristiche sul lavoro è necessario accettare di cambiare, avendo ben chiaro l’obiettivo.

Il nostro progetto al femminile vuole essere uno stimolo a trovare la giusta motivazione, per crearsi un modello personale e unico di leadership sulla base dei nostri valori e della nostra identità, con l’obiettivo di dare alle donne qualcosa che gli uomini tendono a ricevere automaticamente: il beneficio del dubbio.

Il “potere delle persone” è superiore alle “persone di potere”.

Leggi il mio articolo pubblicato sulla Rivista Immobili&Co (pagina 5).

Manuela Misino
Business & Life Coach