Come riacquistare fiducia in sé stessi…

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Come riacquistare fiducia in sé stessi…

Il mondo intorno a noi sta cambiando a una rapidità strabiliante, più velocemente di quanto avremmo mai potuto immaginare.

Quali sono le domande che dobbiamo porci e cosa stiamo imparando?

La pausa finora ci è stata imposta, adesso tocca a noi prendercela per trovare il tesoro dentro di noi dobbiamo fermarci anche se la velocità dei pensieri aumenta abbiamo bisogno di silenzio e di riflessione. Il termine mindfulness, che sta riscuotendo un enorme successo: significa essere presenti qui e adesso, per provare un senso di libertà psicologica che si può provare solo quando siamo tranquilli dentro di

noi, senza giudizio. 

Pensiamo al nostro lavoro, ai momenti in cui siamo totalmente immersi in ciò che facciamo, in cui perdiamo la cognizione del tempo, felici di adoperare il nostro talento nello svolgimento di qualcosa che amiamo.

Riflettiamo sulle scelte professionali che abbiamo preso finora: consapevoli di quello che sappiamo ora, rifaremmo la stessa scelta? 

Abbiamo cercato di dimostrare di aver ragione – per esempio con i nostri colleghi – anche quando eravamo in torto. Ma è avere ragione o  essere felici? 

parlando di fiducia in te stesso Da 0 a 10 che voto ti daresti?

In questi anni ho avuto modo di ascoltare migliaia di  persone, tra cui bambini adolescenti professionisti e manager e attraverso le loro parole si percepisce una totale mancanza di fiducia.

Non sono portato per le lingue”, “Non sono bravo con i numeri”, “Non capisco niente di tecnologia”, “Non sono un bravo capo”, “Non riesco a trovare tempo”, “Non riuscirei mai a parlare davanti a tante persone”, “non ho più l’età per studiare”, “Sono troppo giovane” e  gli esempi possono continuare all’infinito… il problema è che se diciamo tre volte una qualunque di queste frasi, ci crediamo davvero e dopo un po’ ci credono anche gli altri. 

Pensiamo invece a quando invece ce l’abbiamo fatta.

Un esame a scuola, un lavoro ben fatto, una gara sportiva, un obiettivo raggiunto, una lingua imparata, un libro letto, una persona con cui siamo riusciti a instaurare un bel rapporto di amicizia, un trasferimento in un altro Paese, un progetto complesso portato a termine. Dobbiamo avere fiducia in noi stessi, nessuno ci offrirà un lavoro se non abbiamo fede nelle nostre capacità. 

Nella mia esperienza professionale ho avuto molti momenti privi di fiducia in me stessa e riscrivendo la mia storia oggi sono consapevole che non c’era un motivo reale.

 

Un fotografo un giorno mi disse Quanti obbiettivi hai  nella tua vita? Se adoperiamo sempre lo stesso obbiettivo faremo sempre le stesse fotografie”.

Ecco quindi che, attraverso questa riflessione, riusciremo a capire se abbiamo un solo obbiettivo, se analizziamo  i problemi da una sola prospettiva la realtà intorno a noi rimarrà la stessa con obbiettivi e prospettive diverse puoi ritrovare il vero tesoro dentro di te…la fiducia in te stesso

Manuela Misino
Business & Life Coach

Leadership al femminile

Leadership al femminile: non solo uomini e donne ma integrazione

Leadership al femminile
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Leadership al femminile: di cosa abbiamo bisogno oggi?

Oggi quello di cui abbiamo bisogno non sono solo uomini e donne migliori, ma è necessario un nuovo tipo di leadership dove l’integrazione tra i due è fondamentale.

Per alimentare la propria leadership occorre lavorare su di sé, ma anche porsi in ascolto sui bisogni degli  altri per essere certi di dare in volta in volta le risposte più pertinenti.

Donne quindi sempre più presenti e coinvolte che sentano finalmente la capacità di dirigere o affiancare la guida di aziende o di progetti e tutto questo per inaugurare un nuovo umanesimo; donne che vedano entrambi, sia pure con le diverse sensibilità, per giocare la stessa partita e vincerla insieme.

Ho investito tutta la mia vita su queste tematiche e sto continuando farlo e oggi mi entusiasma lavorare con donne e imprese che investono in questo percorso di crescita sistemica.

Manuela Misino
Business & Life Coach

Smart working: quale sarà la vera sfida?I vantaggi e gli svantaggi di lavorare da casa.

Smart working: quale sarà la vera sfida

Smart working: quale sarà la vera sfida?I vantaggi e gli svantaggi di lavorare da casa.
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Smart working: i vantaggi e gli svantaggi di lavorare da casa.

L’utilità di adottare il work-life balance

Quello che abbiamo vissuto negli ultimi mesi è stata una situazione imprevista e stra-ordinaria.

Con la maggior parte delle attività chiuse è stato accelerato lo smart working che senza dubbio porta molti  benefici, anche se non può essere applicata a tutte le professioni. 

Un primo vantaggio  è quello ecologico, ne parlano i dati sull’inquinamento.

Un secondo vantaggio riguarda il tempo risparmiato utilizzato per il tragitto casa-lavoro.

Un terzo punto a favore dello smart working riguarda il risparmio e la produttività aziendale, che sposta il focus da un lavoro a tempo a uno fondato sui risultati, questo prevede responsabilità dei dipendenti e fiducia delle aziende.

Ovviamente, non è tutto rose e fiori. Bisogna infatti tener conto che  la tecnologia ti da la possibilità di poter lavorare da casa ma anche in qualsiasi momento. 

Mamme e papà hanno quindi dovuto interpretare ruoli diversi: lavoratore, genitore, insegnante, colf, psicologo e così via. E se da una parte tutto questo ha aiutato a bilanciare bisogni e valori dall’altra nei prossimi mesi molte famiglie saranno messe di fronte ad un bivio: famiglia o lavoro? 

È necessario, quindi, trovare un equilibrio.

Per fare questo possiamo adottare uno strumento molto utile: il work-life balance, ovvero l’equilibrio tra la sfera lavorativa e quella del “tempo libero“. Raggiungere questo bilanciamento permette la flessibilità per dedicarsi a diverse attività e sopratutto riduce le differenze di ruoli tra uomini e donne sia all’interno della famiglia che sul lavoro.

Questo  periodo è stato quindi una bella sfida per tutti e abbiamo avuto la possibilità di allenare nuove skill, ma sopratutto abbiamo avuto modo non solo di vedere ma anche di guardare con occhi diversi i nostri figli mettendo in pratica la condivisione e la collaborazione.

Partendo da questi concetti è quindi necessario avere chiarezza sul work life balance tenendo a mente  due regole fondamentali.

  1. Il lavoro non deve soffocare la vita privata e la vita privata non deve essere di ostacolo al lavoro, perchè una buona carriera si costruisce sull’equilibrio.
  2. L’azienda non è una famiglia così come la famiglia non deve essere un’azienda. 

Per un buon equilibrio occorre quindi avere la giusta dose di distacco, coinvolgimento,  passione e controllo.

Questa sarà la vera sfida.

Manuela Misino
Business & Life Coach

Il tempo e la rotta: come i modi per arrivare

Il tempo e la rotta: i modi per arrivare

Il tempo e la rotta: come i modi per arrivare

Il tempo e la rotta: ci sono molti modi per arrivare, il migliore è partire.

Sento spesso dire “non ho tempo”,  ma l’affermazione giusta è “non ho tempo da perdere”.

E’ proprio questa consapevolezza che ci permetterà di acquisire gli strumenti per uscire dalla nostra zona di comfort e valorizzare noi stessi.

Detta così sembra facile, ma da dove partiamo?

Innanzitutto devi far chiarezza: di dove sei, dove vuoi andare?

Quando organizziamo un viaggio, la prima cosa che facciamo è pensare a dove ci piacerebbe andare, qual’è il posto migliore…ma la domanda che dobbiamo porci è: “qual è il mio obiettivo”?  Voglio riposarmi, distrarmi, staccare la spina, imparare, divertirmi. Non esiste quindi il posto migliore, esiste l’obiettivo migliore.

Una volta scelta la destinazione, incominciamo a studiare il percorso per raggiungerlo, il tempo di percorrenza, le deviazioni da fare, e non smettiamo di immaginare come sarà.

Nella propria vita dobbiamo avere la stessa capacità di immaginare dove vogliamo arrivare, la strada da percorrere, il tempo da utilizzare,  le salite e le discese. Ci sono molti modi per arrivare, il migliore è partire e concentrarsi sul percorso, la meta sarà poi una piacevole conseguenza.

Perchè è così importante vivere il percorso?

Perchè in ogni curva, c’è un motivo un ostacolo e un’occasione,  in ogni salita  c’è una sfida e ad ogni incrocio una domanda.

I percorsi della nostra vita sembrano quelli di una cartina nautica, non c’è mai solo una rotta per arrivare a destinazione, dobbiamo tener conto del vento, del mare e dell’umore dell’equipaggio. 

Chiunque è partito per un lungo viaggio, non torna mai essendo la stessa persona, non torna peggiore o migliore ma torna ad essere unico, perchè attraverso il viaggio ha messo in gioco se stesso, ha sperimentato emozioni come, la paura e il coraggio e anche se spesso ha pensato di non farcela è andato avanti.

Abbiamo la possibilità di dare una direzione alla nostra vita, di scegliere come viverla e quando ci  riusciamo, è perchè abbiamo gli obiettivi chiari e la giusta flessibilità davanti agli ostacoli per trasformarli in opportunità.

Perchè allora spesso ci perdiamo?

Perché arriviamo dove non vogliamo e la sensazione che viviamo ci fa star male.

La chiarezza crea competenza e con la giusta strategia navigheremo in ogni mare senza perdere la rotta e usando il bene più prezioso.

Il nostro tempo!

Manuela Misino
Business & Life Coach

Donne, Cambiare si puo’, chi può dare una svolta alla tua vita?

Donne e cambiamento. Dare una svolta alla vostra vita

Donne, Cambiare si puo’, chi può dare una svolta alla tua vita?
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Donne: cambiare si puo’, chi può dare una svolta alla tua vita?

Ognuno di noi vive un periodo di crisi come un fatto negativo o qualcosa da evitare a tutti i costi, per poi accorgerci dopo molto tempo che proprio grazie a quel periodo abbiamo avuto una possibilità di crescita.

Prova a pensare, in questo periodo, in Italia,  E nel resto del mondo ci sono molte persone in crisi.

Esiste un malessere diffuso, una sorta di contagio emozionale reciproco, e la situazione non facilita certo un atteggiamento positivo.

Auguro a me e a ciascuno di voi, che, alla fine, scaturisca qualcosa di nuovo che si traduca nella giusta opportunità.

La crisi è reale, ma c’è anche una crisi di motivazione, e una crisi di idee che tutti tendiamo a nascondere.

Eppure molte persone e molte aziende solo davanti a situazioni estreme riescono ad estrarre le loro migliori risorse.

Ognuno di noi tende ad adagiarsi, nella propria comfort zone, e se da un lato può essere piacevole, dall’altro la crisi ci obbliga a risvegliarci e a prendere la decisione di cambiare.

Il distacco dagli eventi è fondamentale se vogliamo osservare le nostre emozioni e trovare una soluzione in modo razionale.

Così come le stagioni anche noi come essere umani siamo ciclici e quindi torneremo ad essere sempre felici, lo stesso vale per i periodi negativi.

A volte, una persona, realizza qualcosa, e, in realtà, scopre che è l’ultima cosa che avrebbe voluto!

La domanda che dobbiamo porci è cosa vogliamo, ma tutti sappiamo esprimere meglio cosa non vogliamo più.

Prova ad immaginarti tra 5 anni, se avessi una bacchetta magica: cosa cambieresti per realizzare i tuoi obiettivi?

Immagina una tua foto, dove ci sei tu felicissima, e prova a scrivere dove sei e cosa stai facendo.

La domanda successiva è: “Quale piccolo passo posso fare per andare in quella direzione?”

Quando abbiamo un problema la mente va in modo automatico sul negativo. Tende a richiamare tutti i momenti infelici della nostra vita.

Per provare a spostarci sul canale possibilità e opportunità , dobbiamo unire l’impegno con il lasciare andare. Bisogna seguire una strategia, e allenare il problem solving. Prendendo atto del problema, e chiedendosi cosa posso fare a breve, a medio e a lungo termine. Utilizzando la scrittura svuotiamo la mente e l’immaginazione, ci aiuta a trovare nuove soluzioni, e la giusta strategia.

È importante imparare ad avere cura di noi stessi. È una nostra responsabilità, non dobbiamo aspettarci che sia qualcun altro a farlo. 

Cambiare si può…Tutto attorno a noi cambia, cresce e si trasforma il cambiamento è naturale; come lo viviamo il cambiamento? Questo dipende solo da noi…Possiamo viverlo come un qualcosa di negativo, oppure possiamo viverlo come se ogni volta potessimo nascere ancora una volta…

Manuela Misino
Business & Life Coach

Perche’ le donne negoziano meglio degli uomini? ?È inutile negarlo, il lieto fine è qualcosa che tutte abbiamo sempre desiderato.

La negoziazione per la donna. Perchè è importante?

Perche’ le donne negoziano meglio degli uomini? ?È inutile negarlo, il lieto fine è qualcosa che tutte abbiamo sempre desiderato.
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Perche’ le donne negoziano meglio degli uomini?

Perché è così importante sapere negoziare per una donna? 

Perché la vita di una donna e fatta di continue negoziazioni: dobbiamo chiedere la disponibilità all’ultimo momento alla baby sitter, dobbiamo decidere dove andare in vacanza, chiedere un aumento al capo, decidere l’ora di rientro dei nostri figli adolescenti, negoziare l’ora per andare a letto con i bambini, quando fare i compiti e così via.

Per saper negoziare bene nel mondo del lavoro dobbiamo allenarci ogni giorno e noi donne in questo siamo più avvantaggiate, perché ogni giorno ci alleniamo in famiglia.

La negoziazione vista in tutte le sue sfaccettature diventa una risorsa irrinunciabile.

Cominciamo con lo sfatare un luogo comune: negoziare non è un modo per vincere o per perdere. Una negoziazione fatta bene, prevede che tutte le parti coinvolte ne escano soddisfatte sui vari livelli e sopratutto che tale soddisfazione rimanga anche a lungo termine.

L’elemento chiave è creare un equilibrio tra le parti che ottengono un accordo anche se partiamo da posizioni differenti.

Andando nel pratico, proviamo a simulare che vogliamo chiedere l’aumento di stipendio. Come dobbiamo muoverci?

«La prima cosa da fare in ogni tipo di negoziazione in famiglia o sul lavoro è quella di conoscere bene chi sta dall’altra parte e il contesto in cui si muove. Analizzare, comprendere, per poi agire. Nel caso specifico dovrò quindi conoscere lo stato finanziario dell’azienda, le politiche con cui valorizza il team, e sapere come la pensa e come ragiona il capo.

La partenza è quindi una preparazione dettagliata.

Quando avviene l’incontro e avrò già tutti i dettagli che mi hanno permesso di conoscere bene la persona con cui intendo negoziare, è fondamentale a questo punto fare le giuste domande e poi mettersi in ascolto, con lo scopo di riconoscere quello che pensa, per cogliere le piccole sfumature che mi permetteranno di ricevere le informazioni che per noi sono preziosissime per arrivare all’accordo desiderato.

E in  questo le donne sono piuttosto brave, in quanto predisposte all’ascolto e inoltre favorite in quanto entrano più velocemente in empatia.

Un altro punto fondamentale è avere ben chiaro l’obiettivo da raggiungere e anche un possibile piano B e un’altro strumento fondamentale da avere a portata di mano, oltre a un piano ben preciso in testa è la flessibilità, che ci aiuta a riformulare velocemente gli obiettivi adattandoli alla situazione.

Diversamente rischiamo di reagire in modo istintivo a tutto ciò che ci coglie di sorpresa e questo può portarci a non sapere come muoverci, a rinunciare con il rischio di dover abbandonare il tavolo della trattativa. 

Cosa evitare durante il processo di negoziazione?

L’aggressività e l’agire di impulso perché questo porta a modificare l’equilibrio tra le parti interrompendo di conseguenza ogni tipo di comunicazione efficace.

Ma qui si entra già nel tema della gestione emozionale che affronteremo nel dettaglio in un’altra occasione.

Come porto a casa il risultato?

Per noi donne è più facile portare a casa un risultato, quando siamo realmente convinte che c’è lo meritiamo, dobbiamo crederci, essere motivate ma sopratutto avere ben chiaro perché mi merito un aumento, del tempo solo per te, un regalo, una promozione, una vacanza? Avere delle ragioni  misurabili ed obiettive ci rende più sicure.

In sostanza la parola chiave per noi donne è osare…ovvero andare oltre…oltre i limiti, oltre l’ordinario, oltre  le difficoltà, e avere coraggio.

Manuela Misino
Business & Life Coach

Manager o leader? ecco le differenze

Manager o leader: le differenze senza sovrapposizione

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Manager o leader? Ecco le differenze.

Leader e Manager senza sovrapposizione, quando lì incontri e li vedi lavorare insieme e’ musica!

Manager o leader? Beh io credo che un bravo manager deve saper interpretare la leadership, ma non necessariamente esserlo

Nella nostra realtà italiana abbiamo molti manager, brillanti, quello che manca è la cultura della leadership.

To lead in inglese vuol dire guidare, condurre, trascinare… le facce della leadership sono davvero tante.

Ma se da una parte il manager è colui che ha molte competenze, ha quindi un know how forte e deve saper far fare agli altri, dall’altra il leader ha qualcosa…Sa colmare il gap tra il “saper fare” e il “saper essere”, e in questo modo stimola un’organizzazione e un’azienda al cambiamento, all’innovazione e a un movimento sistemico.

In questo momento di crisi la figura del manager è fondamentale in quanto sopperisce a una complessità tecnica, ma quello che di cui abbiamo bisogno ora in particolare è una leadership sistemica che riguarda l’intero paese e non solo il management.

Quando parliamo di leader si enfatizza spesso l’uomo singolo al comando, ma considerando la necessità di un cambiamento forte, un buon Leader si fa affiancare da ottimi manager. Questo ci induce a rafforzare il concetto che un buon Leader si riconosce dalla qualità delle persone, sopratutto manager, che ha attorno.

Ma cos’è quindi la leadership?

Il mondo del lavoro ci impone di essere leader, ma anche in un genitore o un insegnante deve essere un buon leader e per far questo dobbiamo avere degli elementi fondamentali che sono essenzialmente tre.

  1. avere una vision e rimanere fedele ad essa.
  2. Acquisire molte competenze e fare esperienza per essere credibile ed essere ascoltato.
  3. saper trasmettere alla propria squadra la vision per realizzare il progetto.

All’interno quindi di un’organizzazione abbiamo bisogno sia di elementi organizzativi ma anche emotivi, abbiamo bisogno di numeri uno (Manager) che siano in grado di gestire i comportamenti vincenti, e dall’altra abbiamo anche bisogno di persone (Leader) che sappiano motivare le persone su una vision, che non sia solo emotiva ma che abbia anche elementi di fatto razionali.

Il management ricorda qualcosa di freddo legato a norme e procedure, la leadership qualcosa di caldo, legato alla cultura aziendale, alla motivazione delle persone con le loro emozioni, ma anche ai loro bisogni e desideri.

Essere leader nelle aziende quindi significa proprio questo, valutare la situazione attuale e sapere in anticipo dove si vuole andare, e sulla base della propria passione sapersi portare dietro le persone per il raggiungimento di un obiettivo comune.

Un vero leader fa sentire la sua presenza anche in sua assenza a qualsiasi piano e livello per generare un vero cambiamento, e con coraggio porta avanti quella che è stata la sua intuizione.

Direi che un buon Leader è un mix tra ragione e sentimento.

Leader e Manager senza sovrapposizione, quando lì incontri e li vedi lavorare insieme e’ musica!

Manuela Misino
Business & Life Coach

Essere mamma, una vera palestra

Essere mamma: una vera palestra. Carriera o famiglia?

Essere mamma, una vera palestra

Essere Mamma, una vera palestra…

Fare del tuo essere mamma una palestra dalla quale estrarre le competenze che fanno la differenza nelle moderne aziende è ciò che ti motiverà a fare la scelta migliore.

Noi donne cresciamo con l’idea che a un certo punto della nostra vita, dobbiamo fare una scelta: carriera o famiglia?

Per fortuna i dati statistici raccontano una storia con un lieto fine totalmente diverso.

Ci sono milioni di libri sulla leadership, corsi di sopravvivenza, corsi per camminare sui carboni ardenti, ma dal mio punto di vista il master più importante che ho fatto è la maternità.

Quando diventiamo mamme, inconsapevolmente acquisiamo delle competenze e delle risorse che ci rendono più forti, determinate e autonome.

Certo non tutte le mamme acquisiscono competenze manageriali nel crescere i figli, così come non si può essere perfetti leader naturali.

Queste competenze vengono allenate ogni giorno come una vera e propria palestra.

Quando vince la nostra squadra del cuore, non ci soffermiamo certo a pensare quante ore e giornate di allenamento ci sono dietro a quella partita vinta.

Fare la mamma e la manager è la stessa cosa, non pensiamo mai, neanche per un momento, a quanto giornalmente stiamo allenando le skill della leadership.

Essere mamma è l’esperienza più intensa che ci permette di prenderci cura di qualcuno senza pensare che ci sia un vincitore e un perdente perchè cambia l’obiettivo che diventa quello di far crescere e si è tutti vincitori.

Già nella preistoria le donne proteggevano i piccoli prendendosi cura di loro, creando alleanze per essere più forti e creavano dei punti sicuri nel territorio per difendersi dai pericoli.

Questo prendersi cura, sia in famiglia che nel lavoro, abbassa automaticamente i livelli di stress.

Quando diventi mamma, ti abitui a lavorare su quello che può succedere e a far fronte ai mutamenti improvvisi; nel lavoro funziona allo stesso modo, spesso non hai il tempo di fare ricerche approfondite sul mercato, ma ti devono bastare le informazioni che hai a disposizione. Devi essere flessibile e veloce per non mettere in crisi un rapporto o l’azienda.

Per diventare unamanager donna devi imparare a disimparare, non partire dalle competenze che credi di non avere, parti da quelle che utilizzi ogni giorno come mamma.

Ogni giorno negoziamo con figli e compagni, alleniamo la pazienza, l’ascolto e la capacità di intuire più di quanto non viene detto con i figli adolescenti.

La società attuale è dominata dalla velocità e la parola multitasking è spesso sbandierata con orgoglio, ma che ci distrae da quello che davvero vogliamo.

Nonostante facciamo un sacco di cose non siamo mai veramente presenti, distratte da quello che potrebbero pensare gli altri, gli impegni dei figli, le paure e le insicurezze di non poter gestire lavoro e famiglia genera a volte una scelta obbligata anche se non condivisa.

L’attenzione è dunque sempre più scarsa… ma è proprio l’attenzione verso noi stesse che crea una forma di connessione che ci mette in condizione di creare relazione, autenticità valorizzando il meglio di noi stesse e degli altri.

Fare del tuo essere mamma una palestra dalla quale estrarre le competenze che fanno la differenza nelle moderne aziende è ciò che ti motiverà a fare la scelta giusta.

Manuela Misino
Business & Life Coach

Portare dentro o buttare fuori? Vediamolo insieme

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Portare dentro o buttare fuori? Qualsiasi situazione, anche la più complessa, offre sempre un’opportunità di crescita.

La condizione e’ quella di imparare a vederla per poi utilizzarla.

Da poche settimane molti di noi sono tornati al lavoro eppure c’è ancora una situazione di incertezza sia a livello psicologico che economico, una situazione imprevista che non abbiamo mai affrontato prima.

L’incertezza si collega a un’emozione primaria, la paura, la paura di non sapere quando, ma sopratutto se torneremo alla vita lavorativa che avevamo.

Fingere che va tutto bene sarebbe surreale e superficiale, tuttavia (e la storia c’è lo dimostra) che qualsiasi situazione anche la più complicata offre sempre delle nuove opportunità. Tutto sta nel vederle per sfruttarle a nostro vantaggio.

L’incertezza è collegata all’emozione primaria della paura che appartiene a un meccanismo naturale e istintivo; per capire in pratica come gestirla senza farci paralizzare, dobbiamo allenare ogni giorno questa consapevolezza che ci permetterà di diventare più resilienti.

Per superare questo stato voglio darti 3 suggerimenti:

  1. Cambia punto di vista: se continuiamo a vedere solo il problema rischiamo di entrare in un vortice senza via d’uscita, entrando in uno stato di frustrazione e vittimismo che fa crollare la nostra autostima. Sposta la tua attenzione da ciò che non funziona alla ricerca di possibili soluzioni concrete.
  2. Accetta il fatto che non è colpa tua: per affrontare una situazione complessa, lascia fuori la tua parte critica, che inevitabilmente ci ricorda quanto siamo sbagliati e inadeguati. Accetta il fatto che…
  3. Noi siamo il risultato delle scelte che facciamo: è importante essere coscienti di quello che sta avvenendo intorno a noi, ma è altrettanto importante selezionare le informazioni per non abbassare il nostro umore e la qualità della nostra vita.Scegli in modo accurato cosa leggere, che film guardare, con chi parlare ed evita tutto ciò che può alimentare le tue paure. Per far si che questi 3 punti siano efficaci non concentrarti solo su cosa portare dentro, ma parti da cosa lasciare fuori. Immagina di essere un buttafuori e fai una bella selezione all’ingresso e chiediti chi e cosa far entrare da oggi nella tua nuova vita.

Manuela Misino
Business & Life Coach

Imprenditrici Donne si nasce o si diventa

Imprenditrici donne si nasce o si diventa?

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Imprenditrici Donne si nasce o si diventa?

Donne Manager e il difficile compito di intraprendere senza perdere mai di vista la vera essenza di essere Donna.

Molte donne sono convinte di non essere in grado di fare impresa eppure non smettono di sognarlo.

Nascere con un grande talento sicuramente aiuta, ma intraprendere resta l’unico gesto che si rivela davvero coraggioso.

La prima regola quindi è quella di rinunciare al ruolo di vittima e assumerci la responsabilità delle nostre scelte.

Sappiamo benissimo che le soluzioni possono arrivare solo da noi: inizia da un dialogo interno che ti motivi all’azione.

Io personalmente ho la casa tappezzata di frasi che mi mantengono focalizzata sul mio obiettivo.

Crea un piano d’azione.

Prendi carta e penna ed estrai il tuo perchè, ciò in cui sei brava, ciò che ami fare, ciò di cui il tuo settore ha bisogno e ciò per cui dovresti esser pagata. In questo modo potrai trovare il tuo scopo e la tua vera motivazione, solo cosi i clienti si accorgeranno di te.

I modi per fare impresa sono molti ma prima di parlare di business plan parti da te stessa e rendi la tua immagine forte.

Datti delle regole 

1. Impara a ridere di te stessa

Impara a sdrammatizzare ogni situazione e osserva da una prospettiva diversa trovando il lato positivo.

2. Chiediti cosa vuoi veramente e fissa i tuoi obiettivi.

Gli obiettivi che ti poni devono essere coerenti con quello che vuoi veramente e devono essere raggiungibili perché diversamente rischi di minare la tua autostima.

3. Sii coraggiosa

Il coraggio è qualcosa che trovi dentro di te e nessuno te lo può dare.

4. Dai valore a te stessa

Impara a piacerti senza cercare il consenso di tutti, d’altra parte non possiamo piacere a tutti, inoltre il giudizio negativo esterno ci porta spesso fuori strada.

Per fare questo circondati, almeno all’inizio di gente positiva ed elimina le persone che in qualche modo ti frenano.

5. Introduci nuove abitudini nella tua routine quotidiana per allenarti al cambiamento

Fai cose nuove che non hai mai fatto: impara una lingua nuova, iscriviti a un corso di teatro, di dizione, impara a suonare un nuovo strumento, fai uno sport che ti piace e ti diverte, fai nuove conoscenze.

6. La  prima regola d’oro per avere fiducia in noi stesse è avere cura della propria persona.

Già, proprio così. Mens sana in corpore sano dicevano i latini. Dedicati tempo e attenzioni, se stai bene con te stessa gli altri se ne accorgono.

7. Affronta le difficoltà con il giusto atteggiamento e saprai accogliere nuove sfide ogni giorno.

Noi donne siamo molte brave ad essere dure con noi stesse. Forse anche per le realtà intorno a noi è stata piuttosto dura.

La mia difficoltà iniziale è stata proprio questa quella di allontanarmi dal mio  giudizio e da quello altrui, ho iniziato ad essere più amorevole nei miei confronti e sono diventata la mia prima fan. Di me stessa e quando credi in te stessa la fuori se ne accorgono tutti.

 Oggi in particolare   rivolgo molte delle mie attenzioni alle donne Manager per affiancarle nel difficile compito di saper intraprendere senza perdere mai la vera essenza di essere Donna!

Perché In un mondo apparentemente perfetto, la più grande innovazione oggi per una donna è essere autentica.

Manuela Misino
Business & Life Coach