Come ritrovare la fiducia in se’ stessi

Come ritrovare la fiducia in se stessi?

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Come ritrovare la fiducia in se stessi? Cosa significa mindfulness?

Il mondo intorno a noi sta cambiando a una rapidità strabiliante, più velocemente di quanto avremmo mai potuto immaginare.

Quali sono le domande che dobbiamo porci e cosa stiamo imparando?
La pausa finora ci è stata imposta, adesso tocca a noi prendercela per trovare il tesoro dentro di noi; dobbiamo fermarci anche se la velocità dei pensieri aumenta abbiamo bisogno di silenzio e di riflessione. Il termine mindfulness, che sta riscuotendo un enorme successo significa essere presenti qui e adesso, per provare un senso di libertà psicologica che si può provare solo quando siamo tranquilli dentro di noi, senza giudizio.

Pensiamo al nostro lavoro, ai momenti in cui siamo totalmente immersi in ciò che facciamo, in cui perdiamo la cognizione del tempo, felici di adoperare il nostro talento nello svolgimento di qualcosa che amiamo.

Riflettiamo sulle scelte professionali che abbiamo preso finora: consapevoli di quello che sappiamo ora, rifaremmo la stessa scelta?
Abbiamo cercato di dimostrare di aver ragione – per esempio con i nostri colleghi – anche quando eravamo in torto. Ma è avere ragione o essere felici?
Parlando di fiducia in te stesso da 0 a 10 che voto ti daresti?

In questi anni ho avuto modo di ascoltare migliaia di persone, tra cui bambini adolescenti, professionisti e manager e attraverso le loro parole si percepisce una totale mancanza di fiducia.

Non sono portato per le lingue”, “Non sono bravo con i numeri”, “Non capisco niente di tecnologia”, “Non sono un bravo capo”, “Non riesco a trovare tempo”, “Non riuscirei mai a parlare davanti a tante persone”, “Non ho più l’età per studiare”, “Sono troppo giovane” e gli esempi possono continuare all’infinito… il problema è che se diciamo tre volte una qualunque di queste frasi, ci crediamo davvero e dopo un po’ ci credono anche gli altri.

Pensiamo invece a quando invece ce l’abbiamo fatta.
Un esame a scuola, un lavoro ben fatto, una gara sportiva, un obiettivo raggiunto, una lingua imparata, un libro letto, una persona con cui siamo riusciti a instaurare un bel rapporto di amicizia, un trasferimento in un altro Paese, un progetto complesso portato a termine. Dobbiamo avere fiducia in noi stessi, nessuno ci offrirà un lavoro se non abbiamo fede nelle nostre capacità.
Nella mia esperienza professionale ho avuto molti momenti privi di fiducia in me stessa e riscrivendo la mia storia oggi sono consapevole che non c’era un motivo reale.

Un fotografo un giorno mi disse “Quanti obbiettivi hai nella tua vita? Se adoperiamo sempre lo stesso obbiettivo faremo sempre le stesse fotografie”.

Ecco quindi che, attraverso questa riflessione, riusciremo a capire se abbiamo un solo obbiettivo, se analizziamo i problemi da una sola prospettiva la realtà intorno a noi rimarrà la stessa con obbiettivi e prospettive diverse puoi ritrovare il vero tesoro dentro di te…la fiducia in te stesso.

Manuela Misino
Business & Life Coach

Il multitasking e’ Donna, è davvero la nostra ispirazione?

Il multitasking è donna: è davvero la nostra ispirazione?

Il multitasking e’ Donna, è davvero la nostra ispirazione?
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Si dice che il multitasking è donna ma è davvero la nostra ispirazione? E’ davvero un vantaggio?

Più volte abbiamo ironizzato sul fatto che noi donne siamo bravissime a fare molte più cose contemporaneamente rispetto agli uomini, ma siamo sicure sia davvero un vantaggio?
Abbiamo delle agende che sembrano quella di un capo di stato: scadenze sul lavoro, colloqui con gli insegnanti, la casa da tenere in ordine, la tata, arrivando a sera sfinite e sentendoci in colpa se non facciamo tutto noi.

Entrando in un mood che se non hai corso tutto il giorno come una matta, non sei interessante, ma in realtà il multitasking non fa che renderci meno efficienti.

Conosco molte persone che sono attente all’ecologia, all’ambiente e al pianeta, tema che peraltro condivido appieno, ma queste stesse persone non pongono la stessa attenzione nei confronti di loro stesse.

Allora, forse, è necessario cambiare l’approccio, evitando di fare tutto noi imparando a delegare, a dire qualche no in più e sopratutto a fidarci di coloro a cui deleghiamo un compito.

Eppure quasi tutti sanno cosa devono fare, allora perchè non lo fanno?
Per iniziare col piede giusto, innanzitutto devi conoscere le regole del gioco.
Prima di parlare di obiettivi, dobbiamo colmare colmare il gap tra il saper come fare e farlo davvero.

Quando ci sentiamo perse e non sappiamo più cosa vogliamo; dobbiamo immaginare i nostri obiettivi come una gerarchia, dove alla base ci sono gli obiettivi a breve termine che sono quelli che permettono di raggiungere il secondo fine e, man mano che saliamo nella gerarchia, l’obiettivo finale diventa concreto e realizzabile, ma sopratutto questo metodo diventerà uno stile di vita e per ogni obiettivo sapremo da dove partire.

Inizia dalle cose semplici: per esempio voglio uscire di casa alle 8:00 (primo livello) perchè voglio arrivare al lavoro puntuale (secondo livello) perchè voglio essere puntuale ( terzo livello) per poi continuare a salire di livelli e chiedersi perchè fino ad arrivare all’ultimo livello, dove la risposta sarà semplicemente “perchè si”. Questo sarà l’obiettivo che fa da bussola e dà la direzione a tutti gli altri obiettivi dei livelli inferiori, mettendo in ordine le priorità.

Manuela Misino
Business & Life Coach

Stacca le etichette e attacca i valori. Insegui i tuoi sogni, e non smettere mai di provarci.

Stacca le etichette e attacca i valori. Segui i tuoi sogni

Stacca le etichette e attacca i valori. Insegui i tuoi sogni, e non smettere mai di provarci.
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Stacca le etichette e attacca i valori. Insegui i tuoi sogni, e non smettere mai di provarci.

Siamo abituati ad etichettare le persone, a seconda della nostra percezione o esperienza.

Attribuiamo dei nomi per categorizzare dei comportamenti, senza tener conto che poi le etichette ci incasellano, e portano ad adottare un ruolo anche se non è la realtà.

Sentiamo frasi del tipo “sei pigro” “sei lento” “non sei portato per la matematica” e così via…Alla fine a forza di ascoltare queste frasi, ci convinciamo che sono vere.

Tutti usiamo le etichette, diamo un significato alle azioni, alle caratteristiche, alle emozioni e infine anche alle persone.

D’altra parte è una cosa che ci insegnano fin da piccoli, in quanto lo viviamo sulla nostra pelle.

I genitori etichettano i loro figli a seconda del loro andamento scolastico e del loro comportamento in casa; i professori etichettano i loro alunni attraverso una valutazione. I segni zodiacali ci dicono se siamo forti o deboli.

Ma in che modo possono influenzarci queste etichette?

È dimostrato che tutto ciò in cui crediamo o che ci fanno credere influirà in modo determinante sulla nostra vita e sulle nostre scelte, sui nostri comportamenti colpendo sia la personalità che una sfera specifica della nostra vita.

Ad esempio: se a scuola per anni ci hanno detto che non siamo portati per la matematica, a forza di sentircelo dire, alla fine ci crediamo e in questo modo limitiamo la nostra autostima e la fiducia in noi stessi.

Attribuire una determinata etichetta a una persona in un momento specifico potrà condizionare i risultati, influire sulla personalità, sulle sue emozioni.

Quante volte nella tua vita ti hanno classificato in base alla tua personalità, ai tuoi punti di forza, al tuo segno zodiacale e così via?

Le valutazioni che danno a scuola possono fornire spunti interessanti che possono aiutarti a decidere cosa migliorare, l’importante è non limitare le potenzialità.

Indipendentemente da ciò che una valutazione ti dice di te, sei libero di fare le tue scelte. Puoi sviluppare qualità completamente diverse e addestrare delle abitudini nuove.

La tua personalità non ha niente a che fare con i tuoi comportamenti. Tu non sei introverso ed estroverso,  a volte ti comporterai come una persona introversa altre volte come una persona estroversa; avrai un comportamento, a volte potrai agire come un ARIETE altre volte come una Bilancia.

Cosa succederebbe per esempio nella tua relazione se tornassi ad avere gli stessi comportamenti che avevi quando vi siete conosciuti? Osserva i cambiamenti, non aggrapparti alle etichette che vi siete dati, lascia fluire e pensa che la tua relazione ha molte più opzioni che vanno oltre ai giudizi.

Oltre al eliminare il giudizio puoi trasformare il tuo attuale set di abilità dandoti una nuova etichetta positiva, sviluppando nuove capacità che possono spezzare le tue vecchie etichette limitanti.

Quali etichette applichi spesso a te stesso che potrebbero limitarti? Prova a scrollarti una di queste etichette e osserva, cosa succede? Potresti avere esperienze di crescita davvero interessanti semplicemente prendendo un’etichetta e sfruttando il suo opposto per un po’.

La bella notizia è che siamo tutti studenti e possiamo imparare dai nostri errori.

La chiave per rimuovere le etichette è iniziare a valorizzarti.

Non permettere che nessuno ti ponga dei limiti, che nessuno ti dica chi sei o non sei capace di fare;

Da oggi in poi, ciò che la gente pensa di te, non è più affar tuo, perchè sarai troppo impegnato a progettare e realizzare la vita che desideri veramente.

Insegui i tuoi sogni, e non smettere mai di provarci…

Manuela Misino
Business & Life Coach

Come riacquistare fiducia in sé stessi…

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Come riacquistare fiducia in sé stessi…

Il mondo intorno a noi sta cambiando a una rapidità strabiliante, più velocemente di quanto avremmo mai potuto immaginare.

Quali sono le domande che dobbiamo porci e cosa stiamo imparando?

La pausa finora ci è stata imposta, adesso tocca a noi prendercela per trovare il tesoro dentro di noi dobbiamo fermarci anche se la velocità dei pensieri aumenta abbiamo bisogno di silenzio e di riflessione. Il termine mindfulness, che sta riscuotendo un enorme successo: significa essere presenti qui e adesso, per provare un senso di libertà psicologica che si può provare solo quando siamo tranquilli dentro di

noi, senza giudizio. 

Pensiamo al nostro lavoro, ai momenti in cui siamo totalmente immersi in ciò che facciamo, in cui perdiamo la cognizione del tempo, felici di adoperare il nostro talento nello svolgimento di qualcosa che amiamo.

Riflettiamo sulle scelte professionali che abbiamo preso finora: consapevoli di quello che sappiamo ora, rifaremmo la stessa scelta? 

Abbiamo cercato di dimostrare di aver ragione – per esempio con i nostri colleghi – anche quando eravamo in torto. Ma è avere ragione o  essere felici? 

parlando di fiducia in te stesso Da 0 a 10 che voto ti daresti?

In questi anni ho avuto modo di ascoltare migliaia di  persone, tra cui bambini adolescenti professionisti e manager e attraverso le loro parole si percepisce una totale mancanza di fiducia.

Non sono portato per le lingue”, “Non sono bravo con i numeri”, “Non capisco niente di tecnologia”, “Non sono un bravo capo”, “Non riesco a trovare tempo”, “Non riuscirei mai a parlare davanti a tante persone”, “non ho più l’età per studiare”, “Sono troppo giovane” e  gli esempi possono continuare all’infinito… il problema è che se diciamo tre volte una qualunque di queste frasi, ci crediamo davvero e dopo un po’ ci credono anche gli altri. 

Pensiamo invece a quando invece ce l’abbiamo fatta.

Un esame a scuola, un lavoro ben fatto, una gara sportiva, un obiettivo raggiunto, una lingua imparata, un libro letto, una persona con cui siamo riusciti a instaurare un bel rapporto di amicizia, un trasferimento in un altro Paese, un progetto complesso portato a termine. Dobbiamo avere fiducia in noi stessi, nessuno ci offrirà un lavoro se non abbiamo fede nelle nostre capacità. 

Nella mia esperienza professionale ho avuto molti momenti privi di fiducia in me stessa e riscrivendo la mia storia oggi sono consapevole che non c’era un motivo reale.

 

Un fotografo un giorno mi disse Quanti obbiettivi hai  nella tua vita? Se adoperiamo sempre lo stesso obbiettivo faremo sempre le stesse fotografie”.

Ecco quindi che, attraverso questa riflessione, riusciremo a capire se abbiamo un solo obbiettivo, se analizziamo  i problemi da una sola prospettiva la realtà intorno a noi rimarrà la stessa con obbiettivi e prospettive diverse puoi ritrovare il vero tesoro dentro di te…la fiducia in te stesso

Manuela Misino
Business & Life Coach

Leadership al femminile

Leadership al femminile: non solo uomini e donne ma integrazione

Leadership al femminile
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Leadership al femminile: di cosa abbiamo bisogno oggi?

Oggi quello di cui abbiamo bisogno non sono solo uomini e donne migliori, ma è necessario un nuovo tipo di leadership dove l’integrazione tra i due è fondamentale.

Per alimentare la propria leadership occorre lavorare su di sé, ma anche porsi in ascolto sui bisogni degli  altri per essere certi di dare in volta in volta le risposte più pertinenti.

Donne quindi sempre più presenti e coinvolte che sentano finalmente la capacità di dirigere o affiancare la guida di aziende o di progetti e tutto questo per inaugurare un nuovo umanesimo; donne che vedano entrambi, sia pure con le diverse sensibilità, per giocare la stessa partita e vincerla insieme.

Ho investito tutta la mia vita su queste tematiche e sto continuando farlo e oggi mi entusiasma lavorare con donne e imprese che investono in questo percorso di crescita sistemica.

Manuela Misino
Business & Life Coach

Smart working: quale sarà la vera sfida?I vantaggi e gli svantaggi di lavorare da casa.

Smart working: quale sarà la vera sfida

Smart working: quale sarà la vera sfida?I vantaggi e gli svantaggi di lavorare da casa.
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Smart working: i vantaggi e gli svantaggi di lavorare da casa.

L’utilità di adottare il work-life balance

Quello che abbiamo vissuto negli ultimi mesi è stata una situazione imprevista e stra-ordinaria.

Con la maggior parte delle attività chiuse è stato accelerato lo smart working che senza dubbio porta molti  benefici, anche se non può essere applicata a tutte le professioni. 

Un primo vantaggio  è quello ecologico, ne parlano i dati sull’inquinamento.

Un secondo vantaggio riguarda il tempo risparmiato utilizzato per il tragitto casa-lavoro.

Un terzo punto a favore dello smart working riguarda il risparmio e la produttività aziendale, che sposta il focus da un lavoro a tempo a uno fondato sui risultati, questo prevede responsabilità dei dipendenti e fiducia delle aziende.

Ovviamente, non è tutto rose e fiori. Bisogna infatti tener conto che  la tecnologia ti da la possibilità di poter lavorare da casa ma anche in qualsiasi momento. 

Mamme e papà hanno quindi dovuto interpretare ruoli diversi: lavoratore, genitore, insegnante, colf, psicologo e così via. E se da una parte tutto questo ha aiutato a bilanciare bisogni e valori dall’altra nei prossimi mesi molte famiglie saranno messe di fronte ad un bivio: famiglia o lavoro? 

È necessario, quindi, trovare un equilibrio.

Per fare questo possiamo adottare uno strumento molto utile: il work-life balance, ovvero l’equilibrio tra la sfera lavorativa e quella del “tempo libero“. Raggiungere questo bilanciamento permette la flessibilità per dedicarsi a diverse attività e sopratutto riduce le differenze di ruoli tra uomini e donne sia all’interno della famiglia che sul lavoro.

Questo  periodo è stato quindi una bella sfida per tutti e abbiamo avuto la possibilità di allenare nuove skill, ma sopratutto abbiamo avuto modo non solo di vedere ma anche di guardare con occhi diversi i nostri figli mettendo in pratica la condivisione e la collaborazione.

Partendo da questi concetti è quindi necessario avere chiarezza sul work life balance tenendo a mente  due regole fondamentali.

  1. Il lavoro non deve soffocare la vita privata e la vita privata non deve essere di ostacolo al lavoro, perchè una buona carriera si costruisce sull’equilibrio.
  2. L’azienda non è una famiglia così come la famiglia non deve essere un’azienda. 

Per un buon equilibrio occorre quindi avere la giusta dose di distacco, coinvolgimento,  passione e controllo.

Questa sarà la vera sfida.

Manuela Misino
Business & Life Coach

Il tempo e la rotta: come i modi per arrivare

Il tempo e la rotta: i modi per arrivare

Il tempo e la rotta: come i modi per arrivare

Il tempo e la rotta: ci sono molti modi per arrivare, il migliore è partire.

Sento spesso dire “non ho tempo”,  ma l’affermazione giusta è “non ho tempo da perdere”.

E’ proprio questa consapevolezza che ci permetterà di acquisire gli strumenti per uscire dalla nostra zona di comfort e valorizzare noi stessi.

Detta così sembra facile, ma da dove partiamo?

Innanzitutto devi far chiarezza: di dove sei, dove vuoi andare?

Quando organizziamo un viaggio, la prima cosa che facciamo è pensare a dove ci piacerebbe andare, qual’è il posto migliore…ma la domanda che dobbiamo porci è: “qual è il mio obiettivo”?  Voglio riposarmi, distrarmi, staccare la spina, imparare, divertirmi. Non esiste quindi il posto migliore, esiste l’obiettivo migliore.

Una volta scelta la destinazione, incominciamo a studiare il percorso per raggiungerlo, il tempo di percorrenza, le deviazioni da fare, e non smettiamo di immaginare come sarà.

Nella propria vita dobbiamo avere la stessa capacità di immaginare dove vogliamo arrivare, la strada da percorrere, il tempo da utilizzare,  le salite e le discese. Ci sono molti modi per arrivare, il migliore è partire e concentrarsi sul percorso, la meta sarà poi una piacevole conseguenza.

Perchè è così importante vivere il percorso?

Perchè in ogni curva, c’è un motivo un ostacolo e un’occasione,  in ogni salita  c’è una sfida e ad ogni incrocio una domanda.

I percorsi della nostra vita sembrano quelli di una cartina nautica, non c’è mai solo una rotta per arrivare a destinazione, dobbiamo tener conto del vento, del mare e dell’umore dell’equipaggio. 

Chiunque è partito per un lungo viaggio, non torna mai essendo la stessa persona, non torna peggiore o migliore ma torna ad essere unico, perchè attraverso il viaggio ha messo in gioco se stesso, ha sperimentato emozioni come, la paura e il coraggio e anche se spesso ha pensato di non farcela è andato avanti.

Abbiamo la possibilità di dare una direzione alla nostra vita, di scegliere come viverla e quando ci  riusciamo, è perchè abbiamo gli obiettivi chiari e la giusta flessibilità davanti agli ostacoli per trasformarli in opportunità.

Perchè allora spesso ci perdiamo?

Perché arriviamo dove non vogliamo e la sensazione che viviamo ci fa star male.

La chiarezza crea competenza e con la giusta strategia navigheremo in ogni mare senza perdere la rotta e usando il bene più prezioso.

Il nostro tempo!

Manuela Misino
Business & Life Coach

Donne, Cambiare si puo’, chi può dare una svolta alla tua vita?

Donne e cambiamento. Dare una svolta alla vostra vita

Donne, Cambiare si puo’, chi può dare una svolta alla tua vita?
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Donne: cambiare si puo’, chi può dare una svolta alla tua vita?

Ognuno di noi vive un periodo di crisi come un fatto negativo o qualcosa da evitare a tutti i costi, per poi accorgerci dopo molto tempo che proprio grazie a quel periodo abbiamo avuto una possibilità di crescita.

Prova a pensare, in questo periodo, in Italia,  E nel resto del mondo ci sono molte persone in crisi.

Esiste un malessere diffuso, una sorta di contagio emozionale reciproco, e la situazione non facilita certo un atteggiamento positivo.

Auguro a me e a ciascuno di voi, che, alla fine, scaturisca qualcosa di nuovo che si traduca nella giusta opportunità.

La crisi è reale, ma c’è anche una crisi di motivazione, e una crisi di idee che tutti tendiamo a nascondere.

Eppure molte persone e molte aziende solo davanti a situazioni estreme riescono ad estrarre le loro migliori risorse.

Ognuno di noi tende ad adagiarsi, nella propria comfort zone, e se da un lato può essere piacevole, dall’altro la crisi ci obbliga a risvegliarci e a prendere la decisione di cambiare.

Il distacco dagli eventi è fondamentale se vogliamo osservare le nostre emozioni e trovare una soluzione in modo razionale.

Così come le stagioni anche noi come essere umani siamo ciclici e quindi torneremo ad essere sempre felici, lo stesso vale per i periodi negativi.

A volte, una persona, realizza qualcosa, e, in realtà, scopre che è l’ultima cosa che avrebbe voluto!

La domanda che dobbiamo porci è cosa vogliamo, ma tutti sappiamo esprimere meglio cosa non vogliamo più.

Prova ad immaginarti tra 5 anni, se avessi una bacchetta magica: cosa cambieresti per realizzare i tuoi obiettivi?

Immagina una tua foto, dove ci sei tu felicissima, e prova a scrivere dove sei e cosa stai facendo.

La domanda successiva è: “Quale piccolo passo posso fare per andare in quella direzione?”

Quando abbiamo un problema la mente va in modo automatico sul negativo. Tende a richiamare tutti i momenti infelici della nostra vita.

Per provare a spostarci sul canale possibilità e opportunità , dobbiamo unire l’impegno con il lasciare andare. Bisogna seguire una strategia, e allenare il problem solving. Prendendo atto del problema, e chiedendosi cosa posso fare a breve, a medio e a lungo termine. Utilizzando la scrittura svuotiamo la mente e l’immaginazione, ci aiuta a trovare nuove soluzioni, e la giusta strategia.

È importante imparare ad avere cura di noi stessi. È una nostra responsabilità, non dobbiamo aspettarci che sia qualcun altro a farlo. 

Cambiare si può…Tutto attorno a noi cambia, cresce e si trasforma il cambiamento è naturale; come lo viviamo il cambiamento? Questo dipende solo da noi…Possiamo viverlo come un qualcosa di negativo, oppure possiamo viverlo come se ogni volta potessimo nascere ancora una volta…

Manuela Misino
Business & Life Coach

Perche’ le donne negoziano meglio degli uomini? ?È inutile negarlo, il lieto fine è qualcosa che tutte abbiamo sempre desiderato.

La negoziazione per la donna. Perchè è importante?

Perche’ le donne negoziano meglio degli uomini? ?È inutile negarlo, il lieto fine è qualcosa che tutte abbiamo sempre desiderato.
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Perche’ le donne negoziano meglio degli uomini?

Perché è così importante sapere negoziare per una donna? 

Perché la vita di una donna e fatta di continue negoziazioni: dobbiamo chiedere la disponibilità all’ultimo momento alla baby sitter, dobbiamo decidere dove andare in vacanza, chiedere un aumento al capo, decidere l’ora di rientro dei nostri figli adolescenti, negoziare l’ora per andare a letto con i bambini, quando fare i compiti e così via.

Per saper negoziare bene nel mondo del lavoro dobbiamo allenarci ogni giorno e noi donne in questo siamo più avvantaggiate, perché ogni giorno ci alleniamo in famiglia.

La negoziazione vista in tutte le sue sfaccettature diventa una risorsa irrinunciabile.

Cominciamo con lo sfatare un luogo comune: negoziare non è un modo per vincere o per perdere. Una negoziazione fatta bene, prevede che tutte le parti coinvolte ne escano soddisfatte sui vari livelli e sopratutto che tale soddisfazione rimanga anche a lungo termine.

L’elemento chiave è creare un equilibrio tra le parti che ottengono un accordo anche se partiamo da posizioni differenti.

Andando nel pratico, proviamo a simulare che vogliamo chiedere l’aumento di stipendio. Come dobbiamo muoverci?

«La prima cosa da fare in ogni tipo di negoziazione in famiglia o sul lavoro è quella di conoscere bene chi sta dall’altra parte e il contesto in cui si muove. Analizzare, comprendere, per poi agire. Nel caso specifico dovrò quindi conoscere lo stato finanziario dell’azienda, le politiche con cui valorizza il team, e sapere come la pensa e come ragiona il capo.

La partenza è quindi una preparazione dettagliata.

Quando avviene l’incontro e avrò già tutti i dettagli che mi hanno permesso di conoscere bene la persona con cui intendo negoziare, è fondamentale a questo punto fare le giuste domande e poi mettersi in ascolto, con lo scopo di riconoscere quello che pensa, per cogliere le piccole sfumature che mi permetteranno di ricevere le informazioni che per noi sono preziosissime per arrivare all’accordo desiderato.

E in  questo le donne sono piuttosto brave, in quanto predisposte all’ascolto e inoltre favorite in quanto entrano più velocemente in empatia.

Un altro punto fondamentale è avere ben chiaro l’obiettivo da raggiungere e anche un possibile piano B e un’altro strumento fondamentale da avere a portata di mano, oltre a un piano ben preciso in testa è la flessibilità, che ci aiuta a riformulare velocemente gli obiettivi adattandoli alla situazione.

Diversamente rischiamo di reagire in modo istintivo a tutto ciò che ci coglie di sorpresa e questo può portarci a non sapere come muoverci, a rinunciare con il rischio di dover abbandonare il tavolo della trattativa. 

Cosa evitare durante il processo di negoziazione?

L’aggressività e l’agire di impulso perché questo porta a modificare l’equilibrio tra le parti interrompendo di conseguenza ogni tipo di comunicazione efficace.

Ma qui si entra già nel tema della gestione emozionale che affronteremo nel dettaglio in un’altra occasione.

Come porto a casa il risultato?

Per noi donne è più facile portare a casa un risultato, quando siamo realmente convinte che c’è lo meritiamo, dobbiamo crederci, essere motivate ma sopratutto avere ben chiaro perché mi merito un aumento, del tempo solo per te, un regalo, una promozione, una vacanza? Avere delle ragioni  misurabili ed obiettive ci rende più sicure.

In sostanza la parola chiave per noi donne è osare…ovvero andare oltre…oltre i limiti, oltre l’ordinario, oltre  le difficoltà, e avere coraggio.

Manuela Misino
Business & Life Coach

Manager o leader? ecco le differenze

Manager o leader: le differenze senza sovrapposizione

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Manager o leader? Ecco le differenze.

Leader e Manager senza sovrapposizione, quando lì incontri e li vedi lavorare insieme e’ musica!

Manager o leader? Beh io credo che un bravo manager deve saper interpretare la leadership, ma non necessariamente esserlo

Nella nostra realtà italiana abbiamo molti manager, brillanti, quello che manca è la cultura della leadership.

To lead in inglese vuol dire guidare, condurre, trascinare… le facce della leadership sono davvero tante.

Ma se da una parte il manager è colui che ha molte competenze, ha quindi un know how forte e deve saper far fare agli altri, dall’altra il leader ha qualcosa…Sa colmare il gap tra il “saper fare” e il “saper essere”, e in questo modo stimola un’organizzazione e un’azienda al cambiamento, all’innovazione e a un movimento sistemico.

In questo momento di crisi la figura del manager è fondamentale in quanto sopperisce a una complessità tecnica, ma quello che di cui abbiamo bisogno ora in particolare è una leadership sistemica che riguarda l’intero paese e non solo il management.

Quando parliamo di leader si enfatizza spesso l’uomo singolo al comando, ma considerando la necessità di un cambiamento forte, un buon Leader si fa affiancare da ottimi manager. Questo ci induce a rafforzare il concetto che un buon Leader si riconosce dalla qualità delle persone, sopratutto manager, che ha attorno.

Ma cos’è quindi la leadership?

Il mondo del lavoro ci impone di essere leader, ma anche in un genitore o un insegnante deve essere un buon leader e per far questo dobbiamo avere degli elementi fondamentali che sono essenzialmente tre.

  1. avere una vision e rimanere fedele ad essa.
  2. Acquisire molte competenze e fare esperienza per essere credibile ed essere ascoltato.
  3. saper trasmettere alla propria squadra la vision per realizzare il progetto.

All’interno quindi di un’organizzazione abbiamo bisogno sia di elementi organizzativi ma anche emotivi, abbiamo bisogno di numeri uno (Manager) che siano in grado di gestire i comportamenti vincenti, e dall’altra abbiamo anche bisogno di persone (Leader) che sappiano motivare le persone su una vision, che non sia solo emotiva ma che abbia anche elementi di fatto razionali.

Il management ricorda qualcosa di freddo legato a norme e procedure, la leadership qualcosa di caldo, legato alla cultura aziendale, alla motivazione delle persone con le loro emozioni, ma anche ai loro bisogni e desideri.

Essere leader nelle aziende quindi significa proprio questo, valutare la situazione attuale e sapere in anticipo dove si vuole andare, e sulla base della propria passione sapersi portare dietro le persone per il raggiungimento di un obiettivo comune.

Un vero leader fa sentire la sua presenza anche in sua assenza a qualsiasi piano e livello per generare un vero cambiamento, e con coraggio porta avanti quella che è stata la sua intuizione.

Direi che un buon Leader è un mix tra ragione e sentimento.

Leader e Manager senza sovrapposizione, quando lì incontri e li vedi lavorare insieme e’ musica!

Manuela Misino
Business & Life Coach